Il +6 ed il rumore dei 'nemici' della Reggina: ecco perché godersi questo momento

Il primo ko interno, l'arrivo del Bari, il ritiro: la Reggina deve godersi anche queste difficoltà, necessarie nel campionato più bello dell'ultimo decennio

La notte più difficile. Quella appena andata in archivio, quella del primo crollo interno, quella in cui il ringhio, rabbioso, dei nemici calcistici, molto più di quanto accaduto in occasione della sconfitta di Cava de’ Tirreni, si è fatto sentire. Reggina-Virtus Francavilla è terminata 1-2, con i pugliesi che hanno portato via dal Granillo tre, pesantissimi, punti, laddove nessuno era riuscito a strapparne neanche uno nei nove incontri precedenti.

I nemici, dicevamo. Bari e Ternana. Pugliesi e umbri si sono, dunque, portati a sei lunghezze dalla squadra di Toscano. Un vantaggio, se ben lo analizziamo, comunque eccezionale. De Laurentiis e Bandecchi, al pari di Gallo, in estate hanno costruito corazzate che potessero ambire a vincere il girone C. Attenzione, vincere, e non stravincere. Come, invece, stava facendo la Reggina.

Sì, perché probabilmente l’allarmismo che si sta diffondendo fra tifosi ed addetti ai lavori amaranto è proprio frutto di una presa di coscienza, inerente la forza degli avversari, che è andata sbiadendo per via di un girone d’andata semplicemente mostruoso. Arrivare con 10 punti di vantaggio al giro di boa è stata un’ubriacatura senza appello per tutti coloro che credevano davvero che la Reggina potesse giungere al 25 aprile, ultimo turno della regular season, senza perdere una gara e/o con una trentina di punti di vantaggio sulle dirette concorrenti, in un campionato livellato, estremamente, verso l’alto. Prendiamo la stessa Virtus Francavilla come campione d’analisi. Una squadra che occupa il quindicesimo posto in classifica, pur avendo individualità di un certo peso, come Nunzella e l’ex Cosenza Perez, ed una precisa identità di gioco, come dimostrato ieri sul prato del Granillo.

Chiaro, la Reggina è più forte. Di certo della Virtus Francavilla, che ha fatto 4 punti contro Denis e soci, probabilmente, lo diciamo con presunzione, anche di Bari e Ternana. Il cammino della prima parte di stagione ne è un lampante esempio e, senza dubbio, il calo, che indubbiamente sta vivendo la rosa, è destinato ad essere superato. Un calo, lo chiariamo, prima fisico e poi mentale: la sosta ha giovato, di certo, ma anche contribuito a spezzare il ritmo alla banda di Toscano, che corre evidentemente di meno rispetto a prima e, comunque, inizia anche ad avvertire il peso del condurre un torneo difficile come questo. Con la consapevolezza di chi, come Luca Gallo ha sottolineato nella conferenza stampa di ieri, di mourinhana memoria, ad oggi ha fatto il proprio dovere anche oltre le aspettative.

Che fare adesso? Stringersi intorno alla squadra sarebbe la risposta più semplice, quanto banale. Reggio, prima di tutto, di deve imparare a godersi i momenti, anche quelli, come quello attuale, di difficoltà, come . Reggio si deve godere il primato, quand’anche esso non sia più di 10 punti come 15 giorni fa, quand’anche domenica si riduca da 6 a 3 punti. Reggio deve godersi una squadra che le ha permesso di riprendersi le cronache sportive nazionali. Reggio deve godersi l’astio (e gli speaker) degli avversari, perché l’astio indica invidia e dietro l’invidia si cela l’inferiorità. Reggio deve godersi tutto ciò, perché difficilmente un campionato come quello di quest’anno si ripeterà, e non ci si può permettere di non esserselo goduto appieno. Perché ci sarà tempo di invocare la B, ma adesso, forse, dovremmo ci si dovrebbe godere una C da primi della classe. Perché, nonostante Reggina-Virtus Francavilla, lo si è ancora, primi della classe.

Perchè se anche il Bari vincesse al Granillo, domenica sera, si resterà comunque davanti a tutti.

Che, poi, è l’unica cosa che conterà il 25 aprile prossimo. 

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