Una 'maturità singolare': il racconto di Giovanna, studentessa reggina

La maturità si avvicina ed i maturanti del 2020 ci raccontano come il Covid ha cambiato le loro vite: "Sicuramente l’episodio più grigio della mia giovinezza"

“Il giorno 5 marzo 2020, gli studenti sono stati rivoluzionati dalla notizia della chiusura delle scuole a causa del virus Covid-19.

L’invisibile nemico del mondo che fino ad oggi ha causato migliaia di morti e gravi crisi economiche-sociali,  portando un radicale cambiamento anche nella scuola. Infatti, noi studenti ci siamo ritrovati catapultati in un nuovo mondo, sottovalutando fin dall’inizio la gravità della situazione, non avremmo mai immaginato di arrivare a questo punto. Siamo stati colti alla sprovvista, impreparati davanti a questa drammatica vicenda , che ci ha posto dinnanzi a un nuovo metodo di didattica a distanza.

Questo momento così delicato è stato davvero difficile da affrontare sia per noi studenti che per i nostri docenti, entrambi stravolti e smarriti, senza una guida ben definita su come gestire il tutto.

Malgrado il disagio che stiamo attraversando, ci ritroveremo ugualmente a sostenere l’esame di maturità, l’unica prova che si sosterrà sarà la parte orale in presenza dei commissari interni e del presidente esterno; avremo così quantomeno la possibilità di riunirci l’intera classe, per un ultima volta tra quei banchi di scuola.

Anche se l’emozione speciale del completamento di una carriera scolastica  dovrebbe rasserenare questo triste periodo, per molti ragazzi non è così, poiché ,non è stato adottato fin da subito un sistema ottimale per svolgere in modo equo le lezioni.

È abbastanza evidente che molti alunni abbiano grandi difficoltà nel seguire queste lezioni, sia per motivi economici, che familiari e psicologici; perciò non credo sia corretto svolgere un esame di così notevole importanza nel momento in cui tanti studenti non abbiano avuto le stesse possibilità di apprendere i programmi, privando loro di una corretta valutazione.

Nonostante i ragazzi  abbiano cercato di dar voce alle loro problematiche, non sono stati minimamente ascoltati né considerati.  Oltretutto in un tempo così breve, insegnanti e scolari non sono ancora stati informati in modo corretto sullo svolgimento di ciò che si andrà ad affrontare. Questo comporta grandi insicurezze e dubbi, causando in molti di noi la non tranquillità nello studio o nel preparare i giusti programmi, rimanendo così in balia di vane attese.

Per me la scuola rimane una forte istituzione, anche se in questo momento ha spezzato l’entusiasmo di noi giovani, che ci siamo sentiti abbandonati a noi stessi, impreparati a dover affrontare comunque quest’ultimo esame che rappresentava uno stimolo positivo verso la nostra vita futura.

Delusa da come sia stata gestita la vicenda scolastica, non mi resta altro che accettare forzatamente l’ingiusta decisione presa dal Governo e affrontare nel miglior modo possibile il mio ultimo esame.

Certamente questa particolare esperienza, negli anni a venire, sarà rammentata come l’episodio più grigio della mia giovinezza.

Giovanna Gullì VC, Istituto Tecnico Economico ‘Raffaele Piria’