Una cantante e pittrice reggina al suo nuovo esordio: il progetto artistico di Lilei Music Art

Una vita a metà tra la musica e la pittura. Ivana racconta il modo di vivere la pandemia da artista per trasformare le difficoltà in opportunità

Ivana Pellicanò, in arte LILÈI MUSIC ART, è un’artista poliedrica, cantante, songwriter e pittrice di origini calabresi trasferitasi da diversi anni a Roma.

A distanza di un anno dall’inizio della pandemia, ci racconta di come è cambiata la sua vita d’artista e di come abbia trovato il modo di trasformare questo momento di difficoltà, in una nuova opportunità.

Ivana, noi tutti ti conosciamo da sempre come cantante, ma in questo lungo anno di fermo, in cui le prospettive di una concreta ripartenza del mondo della musica sono ancora lontane, quali sono state le certezze alle quali ti sei aggrappata ?

“Vivere di musica è sempre sembrata una sfida impossibile anche in tempi non sospetti. Voler fare la musicista professionista è una scelta di coraggio che spesso ti porta a fare enormi sacrifici, la maggior parte delle volte non pienamente riconosciuti ma, è una scelta che ho fatto moltissimi anni fa , della quale non mi sono mai pentita.

Sono arrivata nella capitale 2015, non conoscevo nessuno. Frequentando le serate di musica live sono riuscita a ricrearmi in poco tempo una rete di fiducia con tanti straordinari musicisti e per anni mi sono esibita in molti locali. Già prima della pandemia però, ho iniziato a pormi delle domande sulla qualità della vita, sul nostro avvenire e sul ruolo fondamentale che le nuove generazioni hanno sulle sorti del mondo.

Sono da sempre una sognatrice e una che non si arresta davanti ai No, che vede sempre il cambiamento dietro l’angolo e mi sono aggrappata alla speranza che possa essere così anche stavolta. Ripongo la fiducia nei giovani, convinta che il buon esempio sia un messaggio più forte delle regole imposte. Così ho scritto il brano ALBERI GIGANTI e ogni volta che lo riascolto immagino che il mondo , visto con gli occhi sinceri di un bambino, sia davvero un luogo meraviglioso che dobbiamo salvaguardare”.

Hai scritto Alberi Giganti, il tuo terzo singolo da cantautrice, con il tuo compagno, bassista e arrangiatore, Matteo Carlini. Com’è stato trovarsi entrambi fermi e lontani dal palcoscenico per più di un anno?

“Ci siamo trovati ad affrontare insieme le stesse emozioni e le stesse paure. Credo ci abbia reso più forti ed uniti e ci ha spinti a voler creare delle collaborazioni anche a distanza. Abbiamo fatto dei brevi concerti basso e voce online, tantissimi video con musicisti da ogni parte d’Italia e anche dall’estero , abbiamo preso parte a nuovi progetti emergenti. Avevamo il tempo, gli strumenti e soprattutto la voglia di non fermarci. Matteo, in particolare, ha suonato per il brano di Achille Lauro e Paolo Palumbo e nel singolo che Dodi Battaglia ha dedicato a Stefano D’Orazio”.

Come nasce l’idea di dipingere?

“In realtà l’idea di dipingere non nasce ma ri-nasce. Ho fatto la scuola d’arte e contemporaneamente ho studiato canto lirico al conservatorio, ma per un lungo periodo ho lasciato da parte il disegno per dedicarmi totalmente alla musica. Ho ritrovato la pittura in un momento di necessità quando, a causa di un malore , sono rimasta bloccata a letto. È stato come ritrovare una vecchia amica e raccontarle tutto ciò che non le dicevo da anni, mi ha fatto compagnia in quel momento e non credo che la lascerò più.

Adesso divido equamente le mie giornate tra musica e pittura ed entrambe le mie passioni ,nate per essere al servizio di tutti, mi aiutano a lanciare dei messaggi. Dipingo soggetti femminili perché trovo le donne delle creature straordinarie, capaci di donare la vita, così fragili e così forti allo stesso tempo, così poco valorizzate e spesso violate. Attraverso di esse, voglio raccontare delle storie , e qualcuno ci ha fatto caso.

Sui social un mio dipinto è stato notato da una galleria d’Arte ed è stato scelto per partecipare ad un’esposizione di nuovi pittori, proprio in Via Margutta, la via degli artisti. ‘GIOCHI DI PELLE’ è ispirato alla modella Winnie Harlow,divenuta famosa per la sua bellezza fuori dal comune,dopo essere stata bullizzata per anni a causa della sua vitiliggine.

Giochi Di Pelle

Proprio in una recensione il tuo nome è stato accostato a quello di Frida Kahlo, per il coraggio e la determinazione di porre la Donna al centro della propria pittura come simbolo di purezza e lotta contro la violenza.

“Leggere quella recensione mi ha lasciata senza parole, non solo per l’importanza dell’accostamento con una delle Donne che ammiro di più, che è per me un punto di  riferimento umano ed artistico, ma perché il messaggio che volevo far arrivare attraverso la mia opera, è riuscito a raggiungere chi l’ha recensita. È stato straordinario.

Questo mi ha spinta ad immaginare i miei dipinti, non solo come ornamenti statici di pareti, ma messaggeri, attraverso le persone che scelgono un determinato messaggio e lo indossano portando l’Arte in Movimento. Su questo concetto ho basato il mio nuovo Brand L.M.A. lanciando l’hashtag #unquadrodaindossare”.

Praticamente indossare un’Opera d’arte e farne parte?

“Esattamente. ‘Giochi di Pelle’ è diventato la punta di diamante di questa collezione di cinque dipinti,che a tiratura limitata diventano capi d’abbigliamento su richiesta. Capi artigianali che puntano a durare nel tempo, oltre le mode del momento. In uscita l’ 8 marzo, il sesto dipinto che chiude la collezione primalinea”.

Quindi si tratta di un messaggio dedicato a tutte le donne?

“‘AMATI’ è il titolo dell’opera in uscita col Brand ed è dedicato tanto alle persone quanto agli uomini, non solo perchè le collezioni sono tutte unisex ma, perchè il messaggio di amare se stessi , riguarda tutti. Un segno rosso attraversa la figura da parte a parte, una figura che ricorda vagamente un’icona anni 50’, intenta leccarsi una spalla, come a volersi leccare le ferite e restare nonostante tutto, sempre apparentemente bella e forte.

Tutti noi abbiamo un lato debole che non vogliamo mostrare, tutti noi abbiamo sofferto in silenzio, forse le donne un pò di più ed è per questo che Amarsi ,significa imparare dagli errori, rinascere, valorizzarsi, essere la versione migliore di se stessi. Scegliere di indossare AMATi , vuol dire tutto questo!

Amati

Hai lasciato la tua terra anni fa per inseguire i tuoi sogni. Cosa vedi nel tuo futuro?

“Ho lasciato la Calabria per andare alla ricerca di una confronto con altre realtà, poiché credo che il confronto sia l’unico metro di misura per la propria crescita personale. Sono fiera delle mie origini, sono la base solida di quello che sono oggi e proprio per questo, ho deciso di farmi immortalare per la prima volta con indosso il mio dipinto ‘Amati’, proprio nella mia città, da un bravissimo fotografo col quale ho condiviso l’adolescenza Antonello Diano, in un luogo magico , che oggi ospita la nuova installazione artistica di Tresoldi. Ammiro profondamente questo giovanissimo architetto che in maniera geniale dona nuova vita ai luoghi di tutto il mondo che spesso sono in uno stato di abbandono, creando un ponte tra passato e futuro.

In questo luogo straordinario ho voluto creare un ponte tra le mie radici e la nuova me. Mi aspetto grandi cose dal futuro, perché l’uomo è capace di grandi cose che dobbiamo solo aspettare di scoprire. Non vedo l’ora che arrivi il domani. Nel frattempo cerco di farmi trovare preparata”.