Ddl Zan, La Strada contro Falcomatà: 'Ipocritamente costernato per il blocco'

La Strada ricorda la bocciatura della risoluzione di Pazzano per il ddl Zan durante il consiglio comunale del 30 giugno

Un tema che divide e che, per ora, dovrà attendere, di nuovo, per essere riportato al centro dell’agenda politica del Governo. Il ddl Zan, nei giorni scorsi, è stato bloccato dalla votazione segreta in Senato e, anche dall’estremo Sud, in particolar modo da Reggio Calabria, sono arrivati i commenti a quanto accaduto in aula in riferimento alla legge contro l’omobitransfobia.

Poche ore dopo la notizia, il sindaco metropolitano ha espresso il suo rammarico per una pagina buia della politica italiana e, non molto tempo dopo, è arrivata la nota in risposta del gruppo La Strada e dei Giovani che hanno accolto il progetto di Saverio Pazzano:

Falcomatà ipocritamente costernato per il blocco del ddl Zan al Senato, laddove la sua maggioranza bocciava a giugno la risoluzione a sostegno del disegno di legge”.

La Strada e Pazzano sul ddl Zan

Il sindaco Falcomatà ha espresso oggi la sua indignata costernazione per l’esito della votazione in Senato sul ddl Zan, per l’ipocrisia della tagliola e degli accordi sottobanco, per l’esultanza senza pudore delle destre in occasione di un brusco stop a un iter di legge che avrebbe finalmente significato un avanzamento sul cammino dei diritti civili e della tutela contro l’odiosa discriminazione omolesbobitransfobica. Tuttavia, quanto a ipocrisia e a farisaismo, il sindaco metropolitano non è stato certo da meno, proprio a proposito di ddl Zan, se si pensa a quanto avvenuto durante la seduta del Consiglio Comunale di Reggio Calabria dello scorso 30 giugno. La risoluzione presentata in quell’occasione da Saverio Pazzano avrebbe impegnato il Sindaco e la Giunta a sostenere con azioni politiche il percorso di approvazione parlamentare del disegno di legge. Peccato che la stessa abbia incontrato il parere negativo non solo, come prevedibile, dell’opposizione di destra, ma anche della maggioranza che sostiene Falcomatà, con la lodevole eccezione delle consigliere Martino e Nucera – come sempre, le donne si dimostrano più coraggiose, libere e generose. Lo scorso 30 giugno, dunque, il Consiglio comunale bocciava la risoluzione a sostegno del ddl Zan, sostituendola con la creazione di un “Laboratorio cittadino di dialogo sul tema dei diritti civili” rivolto alle giovani generazioni, che, ancora una volta, qualcuno aveva la paternalistica presunzione di definire “disorientate” – delle “pecorelle smarrite” da ricondurre sulla retta via, ciò che avviene in un contesto culturale patriarcale ogniqualvolta si affrontino temi come il sesso, il genere o l’identità.

Manifesto degli indifferenti

Come scritto, si è trattato di un vero Manifesto degli indifferenti. Come abbiamo avuto modo di scrivere allora:

“dopo 60 giorni dalla presentazione della risoluzione di Saverio Pazzano e de La Strada, nonché dopo cinque riunioni in commissione, la maggioranza si è dimostrata più vicina al consigliere Ripepi che allo spirito della Camera dei Deputati, facendo un passo indietro rispetto alla Camera dei Deputati stessa. Le logiche di equilibrismo hanno prevalso sugli stessi orientamenti dei partiti e movimenti di riferimento in Parlamento”.

La nostra risoluzione è stata rifiutata per l’irresistibile tentazione beghina della maggioranza, più propensa a una vigliaccheria che non scontenti nessuno che al coraggio di una scelta di campo. Come detto da Saverio Pazzano in Consiglio comunale in quell’occasione:

“semplicemente ritengo che questo documento della maggioranza sia una palude per non decidere, esatta replica dello stallo del Senato in questo momento, e che sia la testimonianza chiara che, non sapendo cosa decidere, la maggioranza non decide”.

Perciò, noi sì, non possiamo trattenere oggi la nostra indignazione. Indignazione non solo nei confronti dell’indegnità morale di chi ha festeggiato schiamazzando per la bocciatura di una legge a tutela delle vittime di omolesbobitransfobia, ma anche verso chi, ipocritamente, fa vista di sostenere la lotta per i diritti civili inaugurando panchine arcobaleno, ma, al momento di decidere, non trova il coraggio di esporsi prendendo una posizione chiara e netta su un tema di cogente attualità.

“Si mostri di stare da una parte”

Come affermato anche dai Giovani sulla Strada, gli ammiccamenti ad un certo elettorato bigotto non sono una pratica ad esclusivo appannaggio della destra, ma uniscono in modo bipartisan maggioranza e minoranza in Consiglio comunale. Dal momento che ci stiamo avvicinando sempre più al 2 novembre, giorno della commemorazione dei defunti, le esternazioni di Falcomatà ci fanno venire in mente i “sepolcri imbiancati”. Se davvero il sindaco e la maggioranza fossero capaci di scelte coraggiose, certo non apparirebbero così “bianchi”, così incolori, così “neutri”: mostrerebbero i colori decisi di chi sceglie, davvero, di stare da una parte.