Lamberti esamina Reggio tra storia recente e attualità: 'Città negletta e cirrotica'

Si dice pronto ad amministrare la città nel ruolo di sindaco. Il dott. Lamberti a 360° tra storia recente, attualità e cultura

“Io sono innamorato della mia città, è troppo bella. E, consapevolmente, non sono mai voluto andare via”.

Lo ha detto il dott. Eduardo Lamberti Castronuovo, ai microfoni di CityNow nel corso dell’ultima puntata del format Live Break, parlando di Reggio Calabria. Una città che si è detto anche pronto ad amministrare e per la quale, da anni, combatte numerose battaglie sul fronte della cultura, della sanità, dello sviluppo e non solo.

Lamberti innamorato di Reggio Calabria

“Le vie del centro potrebbero benissimo essere suddivise come quelle di Manhattan (Street ed Avenue nrd.), talmente sono ordinate. Al contrario, da Reggio Campi in su, la città diventa cirrotica, confusa. Ecco la dimostrazione plastica di quella che era Reggio una volta, e com’è quella di oggi”.

Il cambiamento assoluto, per l’imprenditore reggino, è avvenuto dal 1970 in poi:

“Quel maledetto spostamento del Capoluogo a Catanzaro ci ha fatto diventare una città invivibile. Troppo facile dare la colpa all’attuale amministrazione comunale o a quelle pregresse. Qualche barlume di speranza si era iniziato a vedere con Italo Falcomatà e lo dico – ha ribadito Lamberti – perché ho fatto parte della sua giunta”.

L’editore reggino, che ha da poco lasciato le redini della Consulta della cultura, ha ricordato come Reggio sia stata definita dallo scrittore Leonida Repaci “una città sfortunata”:

“La rassegnazione dei cittadini si tocca con mano. Io sono stanco di sentire “ricette” scritte sul ghiaccio. Bisogna avere il coraggio di prendere decisioni reali. Come facciamo a parlare di turismo se non abbiamo un lido e l’oasi è chiusa per un’interdittiva antimafia? A Palermo, in un caso analogo, la prefettura si è sostituita all’imprenditore senza mandare a casa nessuno, al contrario di quanto avvenuto da noi.

La città, poi, è sporca. Come possiamo invitare le persone a Reggio con strutture fatiscenti, pericolose e brutte? Cosa offriamo ai turisti? Il più delle volte non siamo neanche capaci di ospitarli. Sapete cosa fanno da noi? Vengono a “guardare” i Bronzi, vanno a prendere il gelato in una nota gelateria del centro e poi se ne vanno. Abbiamo cose meravigliose, ma ognuno lavora per i fatti suoi. È come “il lamento di Federico“. Bisogna avere il coraggio di dire “non sei capace, fatti da parte”.

Per Lamberti, però, la “colpa” di tutto questo è da ricercare anche ad un livello più alto delle istituzioni:

“La città è negletta. Ed è figlia di un grande errore, quello di aver subito le scelte dall’alto. Basti pensare che il Capo dello Stato è andato a Messina per i 60 anni della Gazzetta del Sud, andrà a Napoli ad inaugurare la stagione lirica, ma per le celebrazioni del Cinquantenario dei Bronzi di Riace non solo nessuno è venuto qui, ma siamo dovuti andare noi a Roma. Ecco, in quell’occasione si sarebbe dovuto dire al Presidente della Regione “no”. Vieni tu a Reggio, insieme a tutti gli altri”.

Lo sviluppo di una terra come quella di Reggio Calabria passa inevitabilmente anche dalla cultura e da grande estimatore di teatro, il dott. Lamberti Castronuovo non poteva che soffermarsi anche sull’attività del teatro Francesco Cilea:

“Potrebbe essere paragonato ad un albergo ad ore. Per il 17 dicembre ho organizzato, al teatro comunale, con non poche difficoltà, un evento di portata nazionale che vedrà arrivare in città ospiti da Napoli, Roma, Torino. Questo è turismo. Fa male, però, sapere che al soprano Maria Agresta è stato chiesto “ma è vero che vai a Reggio Calabria?”, così come mi è capitato che, a qualche convegno, i colleghi mi chiedessero “ma davvero sei di Reggio Calabria?”. Abbiamo una fama tremenda, ma siamo noi a coltivarla, a mandare in giro foto brutte della nostra terra, mentre dovremmo essere i suoi primi sostenitori”.