Calabria, fronte comune della Lega contro Muccino: 'Dovrebbe narrare la bellezza'

Secondo i consiglieri della Lega, Muccino dovrebbe rinunciare all'incarico della Regione Calabria per "incompatibilità con chi gli ha commissionato lo spot"

“Spiace dover constatare che proprio chi, attraverso i suoi lavori cinematografici, racconta i sentimenti scandagliando le pieghe più intime dell’animo umano, riesca a trasferire poi emozioni completamente opposte a quelle che narra”.

Con queste parole i consiglieri regionali Lega Calabria, Tilde Minasi, Filippo Mancuso, Pietro Molinaro e Pietro Raso, commentano la dichiarazione del regista Gabriele Muccino rilasciata tramite social.

“Secondo Muccino – spiegano i rappresentanti di palazzo Campanella – un senatore della Repubblica non solo non meriterebbe un attestato di solidarietà nel momento in cui subisce gesti sgradevoli e pesanti, ma addirittura ciò che è avvenuto a Pontassieve sarebbe persino comprensibile.

Riteniamo che accusare di essere portatori di odio esternando a propria volta medesimi impulsi, sia quantomeno contraddittorio: altra reazione sarebbe condannare tutti i gesti intrisi di violenza a prescindere dalle personalità verso cui vengono manifestati, cosa che, francamente, sarebbe consona a chi, tramite le sue opere, cerca di trasmettere messaggi di un certo livello, visto anche l’ambito in cui gravita per questioni professionali”.

I quattro consiglieri regionali concludono:

“Al signor Muccino, che si è voluto infelicemente distinguere anche da rappresentanti Istituzionali che hanno condannato senza se e senza ma il gesto ricordiamo, qualora lo abbia scordato, che sta realizzando un lavoro affidato, con tutti gli onori, dalla regione Calabria per esaltarne i ‘valori’ che ci auguriamo riuscirà a descrivere. Dovessimo ragionare come lui, cioè a compartimenti stagni e senza contestualizzare ciò che accade, ci aspetteremmo, viste le sue sciagurate esternazioni, che rinunciasse all’incarico per incompatibilità con chi gli ha commissionato lo spot. Ma non tutti, per fortuna, ragioniamo secondo cliché prestabiliti e sappiamo scindere quando sarebbe meglio scegliere il silenzio in luogo di parole rabbiose e in grado di produrre solo ulteriori tensioni e divisioni”.