Miti di Calabria: la leggenda di Gaziano e la Ninfa e la creazione di Bagnara

La leggenda narra che dietro l'origine di Bagnara ci siano la figura di un pastore e della ninfa da lui amata

Conosciamo la nostra terra, ne conosciamo i profumi, i luoghi, ma non sempre conosciamo i meravigliosi miti e le misteriose leggende che avvolgono la Calabria.

Eccoci dunque al dodicesimo appuntamento della rubrica #MitiDiCalabria, nata per raccontarvi le più famose leggende che fanno parte della nostra terra.

La leggende di Gaziano e della ninfa

La leggenda narra che un tempo molto lontano un giovane pastore di nome Gaziano, conduceva come consuetudine il suo gregge fra i selvaggi luoghi dell’Aspromonte e fermandosi sotto qualche albero si ritrovava immerso nel silenzio della natura, dove, suonando i flauti costruiti con le sue stesse mani, faceva viaggiare la sua mente al di là della collina, verso il mare e lo Stretto.

Mentre era assopito sotto una quercia, ebbe la visione di una bellissima fanciulla che poi sparì improvvisamente, nonostante egli cercò di parlarle. Così Gaziano abbandonò il gregge per cercare la splendida fanciulla, percorrendo le colline.

La visione ammaliatrice continuava a ripetersi col passare dei giorni e le ricerche del pastore furono invane, così egli decise di lasciare una rosa in ogni punto in cui la visione si era manifestata, in segno di devozione.

Il folle amore lo portò a costruire una zattera per affrontare il mare in cerca dalla sua amata, e in balia delle onde indomabili giunse a Stromboli, dove incontrò Eolo, dio dei venti, che lo accolse per sette anni, durante i quali il pastore non aveva mai smesso di pensare alla donna del suo cuore.

Eolo ebbe pietà di Gaziano e così decise di donargli l’arte del navigare e lo indirizzò verso la grotta di una virtuosa maga, la quale lo aiutò spiegandogli che la fanciulla era una ninfa, figlia della dea Teti, regina delle acque, e che l’unico modo per rivederla era propiziarsi il favore della Grande Madre.

Grazie ad un vento favorevole, durante il viaggio, Gaziano raggiunse la sua terra e offrì un sacrificio alla dea, chiedendo di poter incontrare la fanciulla tanto desiderata. Apparve così una grande conchiglia dalla quale si innalzò la ninfa. Il pastore in preda alle forti emozioni le dichiarò immediatamente il suo amore, ma la giovane non rispose e scomparve.

Gaziano distrutto dal dolore si gettò a terra e pianse così a lungo da trasformarsi in un torrente, le cui lacrime scorrevano verso il mare, per raggiungere per sempre la sua amata.

Fu così che dal torrente Gaziano, che scorre ancora oggi nel Marturano, ebbe origine la città di Bagnara, la cui nascita scomodò persino la dea Teti, madre di tutti i corsi d’acqua, compreso il mare tra Reggio e Messina.