'Lezioni di rigore con i figli degli altri': la lettera alla Santelli di due studenti fuorisede

“Quanto dovremmo rimanere lontani ancora? mesi? anni?”. La lettera di due studenti residenti a Bologna

Riceviamo e pubblichiamo la lettera di due studenti fuorisede. Originari della Calabria, residenti a Bologna i due giovani, così come tanti altri, non possono fare ritorno alla terra di origine a causa del Coronavirus e le misure adattate per il contenimento.

Noemi e Francesco hanno quindi deciso di attirare l’attenzione delle istituzioni, in particolar modo del Presidente della Regione Calabria. Di seguito il testo integrale della missiva rivolta a Jole Santelli.

LA LETTERA

“Io sono Noemi. Io sono Francesco. Noi siamo calabresi. Noi siamo italiani. Siamo gli stessi che fino a cinquanta giorni fa consideravate un modello, gli stessi che oggi definite “viziati” mettendoci alla gogna. La presidente della regione Calabria Jole Santelli si è limitata attraverso un post Facebook a sottolineare la sua linea di rigore, noncurante delle esigenze e delle accorate richieste di famiglie, studenti e lavoratori fuorisede della possibilità di poter rientrare in sicurezza nelle proprie abitazioni, minimizzando la gravità della situazione e sottraendosi al confronto e alla possibilità di impegnarsi nel trovare una soluzione efficace che risponda alle esigenze di tutti i cittadini.

Quello che ci preme portare alla vostra attenzione è la poca percezione del messaggio che si sta facendo passare. Le famiglie non solo sono appesantite dal distacco familiare, ma anche dall’impossibilità di far fronte a tutte le spese che ne conseguono.

Nel post, la presidente parla di una possibile apertura della regione a fine maggio. Questa è un’ennesima proroga, che alla luce dei dati nazionali, che segnano un trend in decrescita dell’andamento della pandemia, appare, a nostro avviso, come irragionevole. La ratio di un simile provvedimento altro non farebbe che incrementare delle false speranze nel poter rientrare.  Come infatti la scienza insegna, per neutralizzare in modo capillare l’aggressività del covid-19, non basterà barricarsi in casa per mesi, ma trovare una soluzione medico-scientifica efficace, che al momento è inesistente. Proprio per tali ragioni ci chiediamo: “quanto dovremmo rimanere lontani ancora? mesi? anni?”

L’avvicinarsi della stagione estiva pone una necessaria considerazione socio-economica. Certamente il turismo rappresenta per la Calabria il principale motore di promozione, l’unica fonte di reddito per molte famiglie, l’architrave di un’intera filiera economica, tant’è che la stessa presidente ha concesso con ordinanza i civili spostamenti ai fini di riabilitare le strutture ricettive attive nel settore. Ma a tal proposito sorgono spontanei alcuni interrogativi: “sulla base di quali dati posterga il diritto di rientrare nelle proprie abitazioni rispetto alla necessità di affrontare l’imminente stagione estiva? E soprattutto, come gestirà il flusso turistico di persone in sicurezza se non riesce a garantirlo neanche ai suoi conterranei, alla luce del fatto che i dati evidenziano che il flusso turistico in-coming della nostra regione è prevalentemente extraregionale?”

Stiamo parlando della stessa Calabria che, proprio in questi giorni, vede boss condannati al 41 bis trasferiti agli arresti domiciliari e giovani e padri di famiglia privati dalla possibilità di stare nei propri luoghi di residenza. Questo è il quadro di una società allo scatafascio, quasi come se vivere nella legalità fosse non conveniente.

E proprio per noi giovani che quella terra la amiamo, che abbiamo fatto della giustizia il nostro credo, che queste notizie sono ulteriore motivo di rammarico e indignazione“.

Noemi Grano, Francesco Grillo – Due studenti fuorisede