'Come saremo quando il mondo tornerà a correre?': i pensieri di una studentessa reggina

"Succede così che una mattina ti svegli e niente è più lo stesso". Il racconto di Anna, studentessa del liceo Vinci di Reggio Calabria

Succede così…una mattina ti svegli, apri gli occhi e ti concedi due minuti per pensare, ancora avvolto nel caldo tepore delle coperte e della notte. Quei due minuti, un mese fa erano l’attimo più prezioso che possedevi prima dell’inizio della giornata. Erano dedicati alla speranza riposta nella buona riuscita di un’ interrogazione, alla felicità di un giorno di assemblea, alla forza di mettersi davanti anche alle più piccole insicurezze.

Quei due minuti di ricognizione, ora diventano cinque, dieci o anche mezz’ora. La fretta di mettersi le scarpe ed arrivare in orario non c’è e così neanche il suono della campanella.

Ricordo i primi giorni di quarantena. La notizia aveva reso quasi tutti contenti, me compresa. Avrei potuto non fare il mio tanto temuto compito di matematica e la cosa non mi dispiaceva affatto. La vita delle lezioni online è indubbiamente più semplice, soprattutto per chi come me ha l’ansia che scorre nelle vene. Ma per noi ragazzi il tempo restante può spingerci in un circolo vizioso di cose futili.

Ora non esiste più la scusa del “non ho avuto tempo”, di tempo ce n’è e a volte sembra pure troppo. Chi riempiva le sue giornate a lamentarsi dello studio ora probabilmente si sente perso tanto quanto chi, abituato ad uscire, ora si trova bloccato in casa.

Una mattina, quei due minuti sono diventati il motore delle mie giornate. Ho ripreso in mano ciò che avevo trascurato e rivalutato tante cose che probabilmente nel traffico delle giornate lasciavo in disparte. La merce più cara che abbiamo è il tempo. Questo tempo però bisogna saperlo sfruttare. Non è sbagliato concedersi del tempo per pensare, è importante utilizzare questi attimi per dare un senso a ciò che facciamo e stiamo vivendo. Imparare a dare il giusto valore alle cose che contano di cui spesso ci dimentichiamo. Servirsi di questa occasione di “pausa” per dare una direzione alla nostra vita, al nostro futuro. Un’ opportunità per schiarirsi le idee, fare due passi indietro e se occorre rivalutare.

Qualche giorno fa ho proposto ai miei amici e conoscenti una serie di domande e sondaggi su instagram, apparentemente banali ma profonde, nelle quali molti in seguito mi hanno rivelato di aver trovato difficoltà. Ho avanzato domande sui temi più disparati quali ciò che gratifica maggiormente e rende felice, su cosa sia l’amore e su quanto siamo abituati a dare le cose che abbiamo attorno per scontate. Ho ovviamente tenuto a specificare che le risposte erano assolutamente libere e personali, in modo da creare un’occasione di confronto e di crescita personale ma soprattutto la possibilità di suscitare anche nel lettore meno interessato uno spunto per pensare. Ho visto il mio obiettivo realizzarsi nella grande quantità di risposte ricevute, soprattutto nella presenza di concezioni differenti ma proprio per questo ugualmente valide.

Ho omesso però la domanda più importante: chi sarò io o cosa ho intenzione di diventare, se e quando il mondo riprenderà a correre come prima?

Non possiedo ancora una risposta certa per questo enorme punto interrogativo, non conosco il futuro al quale stiamo andando incontro. Sono certa però che qualunque sia la strada, ne uscirò cambiata, forse migliorata, non so bene in cosa, ma mi impegnerò a far si che questo tempo non sia stato tempo perso”.

Anna VAVALA’  IV D, Liceo Scientifico “Leonardo Da Vinci”