Prosegue il viaggio di CityNow attraverso i racconti degli studenti. I ragazzi del liceo scientifico Vinci di Reggio Calabria continuano a inviarci le loro riflessioni sull’attuale situazione in città, in Italia e più in generale i sentimenti che scaturiscono dall’isolamento sociale.
“Chi l’avrebbe mai immaginato! Tutta l’Italia è in quarantena per cercare di sconfiggere un nemico invisibile: il COVID-19. All’inizio si pensava che questo virus fosse “poco più di un’influenza stagionale” ma poi si è rivelato un vero e proprio killer a livello globale.
Le mie giornate adesso sono tutte uguali e monotone.
La mattina mi affaccio alla finestra: guardo fuori con occhi stupiti, increduli. Tutto intorno è silenzio. Strade deserte perché la gente rimane in casa e i negozi sono chiusi, l’unico rumore che si ode è il canto degli uccellini che volano con una spensieratezza che, non lo nego, invidio. Il solo vantaggio di questa situazione è che, senza il frastuono quotidiano, posso percepire il risveglio lento della natura e questo mi dà la forza di essere ottimista aspettando un ritorno alla normalità.
Le ore trascorrono tra una videolezione e l’altra: questo è l’unico momento di interazione con i miei compagni e i miei professori che, per quanto freddo, per me ha un suo valore. Ci siamo subito trovati bene con questo nuovo metodo di studio che ci permette di continuare i programmi fra una spiegazione e una risata, ed è anche occasione di riflessione su questo momento. Lo ammetto: all’inizio ho esultato per la chiusura delle scuole, mi sembrava di essere in vacanza, ma adesso sono triste e comprendo quanto sia bello stare in classe.
Quando arriva la sera, il momento in cui bisognerebbe lasciarsi alle spalle tutta la stanchezza della giornata e “dormirci su”, arrivano i pensieri tristi. Ricordo le telefonate di pochi secondi fatte ai miei amici solo per dire: “Dove siete?” per correre a raggiungerli subito dopo; mi mancano le uscite del sabato sera, improvvisate e decise all’ultimo momento, come piaceva fare a noi. Ma non devo considerarmi sfortunato perché io sono a casa e posso evitare il contagio mentre c’è chi lavora rischiando la propria vita ogni giorno per curare gli ammalati o per garantire a tutti l’essenziale per vivere.
Quando vado a letto l’insonnia mi assale: mille pensieri mi passano per la testa. Rifletto molto sul valore di un abbraccio a una persona cara o a un amico. Stravolgere la mia routine da un giorno all’altro non è stato facile. Il vuoto creato dalla mancanza delle persone a cui voglio bene e dai gesti quotidiani come prendere un gelato o andare in palestra, è doloroso. Ma capisco che è necessario farlo per vincere questa battaglia.
Sarà la gravità di questo momento, sarà che sto crescendo ma per la prima volta mi emoziono ascoltando la gente che canta dai balconi: “Fratelli d’Italia, l’Italia s’è desta, dell’elmo di Scipio s’è cinta la testa, dov’è la vittoria…”
IO RESTO A CASA AFFINCHE’ VADA TUTTO BENE!!
Antonino Romeo 3^Q,Liceo Scientifico “Leonardo Da Vinci”