Coronavirus, il racconto degli studenti a CityNow. Antonino: 'Il nemico invisibile'

"Sarà la gravità di questo momento, sarà che sto crescendo ma mi emoziono ascoltando la gente che canta dai balconi l'inno nazionale". Il racconto di Antonino

Prosegue il viaggio di CityNow attraverso i racconti degli studenti. I ragazzi del liceo scientifico Vinci di Reggio Calabria continuano a inviarci le loro riflessioni sull’attuale situazione in città, in Italia e più in generale i sentimenti che scaturiscono dall’isolamento sociale.

“Chi l’avrebbe mai immaginato! Tutta l’Italia è in quarantena per cercare di sconfiggere un nemico invisibile: il COVID-19. All’inizio si pensava che questo virus fosse “poco più di un’influenza stagionale” ma poi si è rivelato un vero e proprio killer a livello globale.

Le mie giornate adesso sono tutte uguali e monotone.

La mattina mi affaccio alla finestra: guardo fuori con occhi stupiti, increduli. Tutto intorno è silenzio. Strade deserte perché la gente rimane in casa e i negozi sono chiusi, l’unico rumore che si ode è il canto degli uccellini che volano con una spensieratezza che, non lo nego, invidio. Il solo vantaggio di questa situazione è che, senza il frastuono quotidiano, posso percepire il risveglio lento della natura e questo mi dà la forza di essere ottimista aspettando un ritorno alla normalità.

Le ore trascorrono tra una videolezione e l’altra: questo è l’unico momento di interazione con i miei compagni e i miei professori che, per quanto freddo, per me ha un suo valore. Ci siamo subito trovati bene con questo nuovo metodo di studio che ci permette di continuare i programmi fra una spiegazione e una risata, ed è anche occasione di riflessione su questo momento. Lo ammetto: all’inizio ho esultato per la chiusura delle scuole, mi sembrava di essere in vacanza, ma adesso sono triste e comprendo quanto sia bello stare in classe.

Quando arriva la sera, il momento in cui bisognerebbe lasciarsi alle spalle tutta la stanchezza della giornata e “dormirci su”, arrivano i pensieri tristi. Ricordo le telefonate di pochi secondi fatte ai miei amici solo per dire: “Dove siete?” per correre a raggiungerli subito dopo; mi mancano le uscite del sabato sera, improvvisate e decise all’ultimo momento, come piaceva fare a noi. Ma non devo considerarmi sfortunato perché io sono a casa e posso evitare il contagio mentre c’è chi lavora rischiando la propria vita ogni giorno per curare gli ammalati o per garantire a tutti l’essenziale per vivere.

Quando vado a letto l’insonnia mi assale: mille pensieri mi passano per la testa. Rifletto molto sul valore di un abbraccio a una persona cara o a un amico. Stravolgere la mia routine da un giorno all’altro non è stato facile. Il vuoto creato dalla mancanza delle persone a cui voglio bene e dai gesti quotidiani come prendere un gelato o andare in palestra, è doloroso. Ma capisco che è necessario farlo per vincere questa battaglia.

Sarà la gravità di questo momento, sarà che sto crescendo ma per la prima volta mi emoziono ascoltando la gente che canta dai balconi: “Fratelli d’Italia, l’Italia s’è desta, dell’elmo di Scipio s’è cinta la testa, dov’è la vittoria…”

IO RESTO A CASA AFFINCHE’ VADA TUTTO BENE!!

Antonino Romeo 3^Q,Liceo Scientifico “Leonardo Da Vinci”