Il momento giusto per 'invertire la rotta': la proposta di una studentessa reggina

"Siamo in guerra con due nemici: il virus e noi stessi". Il racconto di Helena del liceo scientifico Vinci

“Ci sono molte cose che l’uomo non può controllare. Per quanto si possa sentire invincibile o padrone del mondo è arrivato il momento di prendere consapevolezza che ognuno di noi non è altro che parte di una realtà fragile, di un meccanismo in cui ogni ingranaggio provvede al suo funzionamento perfetto ma solo sulla base di una cooperazione armoniosa.

Se si pensa alla morte nella mente affiora solo il vuoto, un immagine nera alla quale si associano tristezza, angoscia…paura, può arrivare quando meno te lo aspetti, anche se credi di avere ancora tutto il tempo del mondo a tua disposizione. Se pensi di essere  intoccabile apri gli occhi e affronta la realtà perché, purtroppo, nessuno di noi lo è…la vita è un dono e ci può essere strappato in qualsiasi momento; la morte non guarda in faccia nessuno: non esistono razze, distinzioni di età, di religione, di paesi.

In questo periodo difficile mi sentirei di dire che siamo in guerra, siamo in guerra non uno ma con ben due nemici: il virus e noi stessi. Forse ora più che mai abbiamo l’occasione di migliorarci, capire realmente chi siamo, in che mondo viviamo, ma soprattutto abbiamo la possibilità scegliere chi vogliamo essere. Nonostante io creda nel destino sono dell’opinione che il nostro futuro siamo noi a scriverlo e lo facciamo quotidianamente, intraprendendo delle scelte. Questo 2020 ha deciso di metterci alla prova, forse per spingerci a cambiare e a renderci conto che la strada che abbiamo deciso di intraprendere non è quella giusta: odio, disprezzo, invidia, tradimento, ce li trasciniamo dietro da un po’. Il mondo pur di evolversi in campo economico, tecnologico e politico sta perdendo di vista quello che invece è veramente importante: l’umanità.

Stiamo vivendo in una realtà fatta di egoismo, di falsità, di soprusi, di pregiudizi, di guerre…una realtà in cui non ci curiamo dei problemi altrui finché non coinvolgono anche noi; solo allora ci rendiamo conto che in fondo non siamo poi così tanto diversi gli uni dagli altri: siamo passeggeri di una stessa nave che sta andando alla deriva, ma siamo veramente così ciechi da non accorgerci che se la nave affonda noi anneghiamo? Impariamo ad ascoltarci, ad aiutarci, ad assumerci le nostre responsabilità perché altrimenti non arriveremo da nessuna parte; è in questo momento che ognuno nel suo piccolo può fare qualcosa per gli altri, è in questo momento che ci viene chiesto di “impugnare” i nostri valori e il rispetto che possediamo nei confronti di ciò che ci circonda.

Solo mettendo in campo la nostra maturità riusciremo a vincere questa guerra, solo così potremo tornare a riabbracciare le persone a cui teniamo, a rivivere la bellezza della natura, a camminare sulla sabbia, stare tra la gente, guardarci negli occhi e condividere più di una risata. Siamo stati messi alla prova ed è adesso che dobbiamo scegliere di abbattere le frontiere dei nostri pregiudizi, ora ci siamo accorti che la distanza è solo un numero perché se realmente lo vogliamo non c’è niente che ci può impedire di essere uniti, se non noi stessi.

Purtroppo nessuno potrà restituirci tutte le persone che sono state vittime della diffusione di questa epidemia, nessuno potrà sanare le ferite che il nemico è riuscito ad infliggere ma possiamo provare a velocizzare il processo di guarigione scegliendo di affrontare questa situazione tutti insieme e non perdendo mai la speranza; sicuramente rimarrà una cicatrice nella breccia che ci è stata inferta ma è proprio da questa breccia che possiamo far sì che riemerga il sentimento di condivisione.

Questo periodo mi ha fatto riflettere sull’importanza e la preziosità del tempo: ci lamentiamo sempre di non averne mai abbastanza e adesso non sappiamo che farcene e ci rendiamo conto di quanto in realtà ne perdiamo inutilmente piuttosto che trascorrerlo in compagnia di chi conta realmente.

Forse questa è una guerra necessaria a farci comprendere l’importanza dei piccoli gesti come un semplice tocco, di un abbraccio, di una serata tra amici o anche solo di una passeggiata perché alla fine è vero che capisci l’importanza di una cosa solo quando la perdi. Rivalutiamo le nostre priorità, invertiamo rotta.

Helena Scaglione Diaz 3^O Liceo Scientifico “L. da Vinci”