"L'imprevedibilità fa paura": la quarantena e il Covid attraverso gli occhi di una liceale

Come hanno vissuto la pandemia i millennial? Ce lo racconta una studentessa del liceo Vinci di Reggio Calabria

“L’imprevedibilità fa paura. Fa paura la piena consapevolezza di non poter avere il controllo sugli eventi, la certezza di essere costantemente subordinati a un destino che non potrà più essere diverso da come lo stiamo vivendo e che è l’opposto di quello che avevamo immaginato. La quarantena, la nostra mancata libertà, la distanza dai nostri cari, dai nostri amici, dalle persone che amiamo, ha inevitabilmente cambiato ognuno di noi. Le nostre quotidiane abitudini, da cui cercavamo di scappare costantemente, rimangono dei ricordi felici a cui cerchiamo di aggrapparci: la sveglia presto al mattino, il caffè bevuto di fretta, gli orari prestabiliti, i mille impegni che ci stavano stretti e le situazioni che affrontavamo con una certa freddezza e superficialità, ci mancano.

Molto spesso noi Millennial siamo abituati a guardare ogni cosa come se potesse non riguardarci o quasi non sfiorarci del tutto. Pochi si soffermano a scrutare un paesaggio, a osservare un tramonto, a dare valore a un fiore nato così per caso nel terreno o ad ascoltare i suoni della sera al calar del sole. Per pochi questo ha un enorme significato. Per altri è quasi come se ogni cosa finisse proprio lì dove inizia, come se non avesse valore, un peso, come se tutto fosse solo di passaggio e non contasse granché. Uno sguardo sfuggente, un abbraccio forte da togliere il fiato, un sorriso timido accennato sul volto della persona che avevamo di fronte, una pacca sulla spalla o una calorosa stretta di mano, tutto ciò, fino a qualche mese fa, era la nostra quotidianità, l’accadere giornaliero di fatti , azioni più o meno importanti, priorità fittizie che venivano rimpiazzate senza scrupolo da altre ancora più urgenti e di “vitale importanza.” Ognuno di noi ha delle priorità, qualcuno o qualcosa che venga prima di tutto il resto, che meriti tutto il nostro tempo e le nostre attenzioni, riconoscere quali sono le vere priorità è un privilegio di pochi, spesso è più facile e meno impegnativo vivere come se tutto fosse di passaggio, se ad un gesto venisse attribuita poca importanza e una parola fosse detta solo per dire qualcosa, senza lasciare alcun segno in colui che ascolta.

Sarebbe più conveniente per tutti se ogni cosa non toccasse se non chi la vive, ma non può essere così. Ho imparato che la felicità è una lastra di ghiaccio sottilissima che può facilmente spezzarsi e lasciarti lì al freddo, da solo, ma ho imparato anche che essa è molto facile da scorgere, anche se dovesse durare pochi secondi, pochi bellissimi istanti, è sempre lì ad un passo da noi, negli occhi grandi di una mamma, nelle braccia forti di un papà e nel sorriso sincero di una sorella, nelle videochiamate di famiglia, nelle passeggiate nel giardino di casa, nelle lunghe colazioni improvvisate, nelle chiacchierate con i nostri vicini affacciati sui balconi delle nostre case, nell’attesa di abbracciare chi amiamo. Sì, questa quarantena ci ha portato via molto, ma non credete ci abbia lasciato tanto di più?

Lucia Russo, 3 M, Liceo Scientifico “Leonardo da Vinci”