Muore il padre del plasma iperimmune. Amalia Bruni: 'De Donno un caro amico e collega'

Il cordoglio della candidata presidente della Regione Calabria per la scomparsa dell'ex primario

Durante il periodo più buio e triste della pandemia è riuscito a diventare il primario più famoso d’Italia. Giuseppe De Donno, il padre della terapia con il plasma iperimmune per combattere il Covid-19, non c’è più. Amalia Bruni, candidata alla presidenza della Regione Calabria, ma prima di tutto scienziata e ricercatrice a livello medico, ha voluto ricordarlo così.

Il cordoglio di Amalia Bruni per la scomparsa di De Donno

“Ho appreso con sgomento e tristezza la morte del collega Giuseppe De Donno, un amico caro e un collega valoroso che ha deciso di porre fine alla sua esistenza così all’improvviso. Non si può indagare sui motivi di un gesto estremo ma non vorrei che non abbia resistito al senso di isolamento in cui si è progressivamente trovato”.

Il suo corpo è stato trovato nella sua casa di Eremo, frazione del Comune di Curtatone, da alcuni familiari. Dalle prime notizie sembra che il medico si sia impiccato.

De Donno aveva 54 anni e si era dimesso dall’ospedale di Mantova ai primi giorni di giugno per cominciare, lo scorso 5 luglio, la nuova professione di medico di base a Porto Mantovano. Ancora non sono chiare le circostanze del suicidio e nemmeno le motivazioni. L’ex primario viveva con la moglie Laura e due figli, Martina, consigliere comunale a Curtatone, e Edoardo. Molti gli attestati di cordoglio da parte di molti cittadini attoniti per la scomparsa, che hanno ricordato De Donno per aver “salvato molte vite” con la sua terapia.

“Deporre le armi e andar via”

“Accanto a questa vicenda tragica c’è una storia che mi ha colpito di una collega psichiatra dipendente dell’Asp di Catanzaro e utilizzata presso il dipartimento della salute della Regione che dopo quattro anni ha deposto le armi andando via”.

Ha proseguito la candidata del Centrosinistra alla guida della Regione.

“E sono preoccupata della sua  motivazione quando afferma di “non voler essere strumentale a un sistema deviato che mi lascia l’amaro in bocca perchè avevo in itinere numerose iniziative”. È un ulteriore segnale gravissimo di come viene amministrata la sanità in questa regione, un segnale di ripiegamento e di retroguardia che dobbiamo assolutamente invertire. Alla collega dico di resistere perché quando alla guida di questa Amministrazione non ci sarà più questa destra, troveremo insieme le soluzioni sia per la tutela della salute dei pazienti sia per valorizzare tutte le risorse che si prodigano con passione e dedizione ogni giorno”.