Alle Muse i prodotti della Calabria per un sano nutrizionismo

L'incontro ha promosso ed incentivato quelle voci che nel silenzio della loro operatività, rappresentano l’amore e la passione per il proprio lavoro

I prodotti che vengono definiti a km 0 sono stato l’argomento trattato domenica scorsa, presso l’associazione “Le Muse” di Reggio Calabria che ha promosso un incontro con lo scopo programmatico di promuovere e, magari incentivare quelle voci che nel silenzio della loro operatività, lontane dai clamori commerciali, rappresentano l’amore e la passione per il proprio lavoro, dedito alla valorizzazione del tipico, alla ricerca  di una identificazione del gusto ed del palato.

Importante il supporto scientifico ha dichiarato il presidente Giuseppe Livoti e così di anno in anno lo stesso argomento, viene discusso da personalità che provengono dal territorio.

Siamo consapevoli di una pessima cultura alimentare – ha chiosato – la vice presidente Francesca D’Agostino e questi incontri servono per creare una inversione di tendenza.

Il dott. Giuseppe Chindemi – nutrizionista e biologo si è occupato del rapporto tra alimentazione, nutrizione e stato di benessere psicofisico della persona: occorre dividere i vari ruoli in campo medico perché in questo settore vi è molta confusione.

Il “nutrizionismo” è diventato slogan da pubblicità e a volte ci mettiamo nelle mani sbagliate, per non parlare delle multinazionali che, incrementano determinati settori alimentari dannosi e da qui dobbiamo combattere per il diritto alla salute e non al diritto di ammalarci. La medicina, per Chindemi, deve fare adottare perfetti sistemi di vita ed avere un ruolo preventivo; oggi il cittadino, non sa o meglio disconosce, la differenza tra nutrirsi e/o alimentarsi e da qui tante contraddizioni come avviene anche a volte nelle scuole con errati  approcci all’alimentazione dovute alla promozione di distributori di snacK.

Occorre conoscere e fare memoria degli alimenti nutraceutici per prevenire anche attraverso lo stile di vita la possibilità di eventi patologici. Frutta, olio e verdure, sono e devono essere utili e necessarie, insieme ai prodotti locali a combattere le infiammazioni del nostro corpo, primo campanello di allarme di alterazione del nostro corpo, ha ribadito con forza Giuseppe Chindemi.

Per le attività produttive ci sono state Anna Siviglia e Rocco e Michele Carbone del Pastificio Carbone, stabilimento che  nasce dalla passione per i sapori autentici e genuini e dal recupero della antiche tradizioni che, tradotti in metodi innovativi e moderni, realizzano un prodotto artigianale di qualità, dal gusto tipico della pasta fatta in casa, realizzata anche tramite la purezza dell’acqua, la selezione accurata della materia prima, data dall’alta qualità della semola utilizzata e dalla particolare lavorazione ottenuta attraverso l’utilizzo di metodi artigianali.

La fabbrica – laboratorio, nasce nel 2009 ai piedi dell’Aspromonte a Melicuccà poiché dice la Siviglia, volevamo produrre qualcosa di genuino con le semole siciliane e farine esclusivamente “certificate”.

Abbiamo avuto un riconoscimento per la qualità dall’Università della Calabria, continua Michele Carbone, io rappresento la nuova generazione e voglio portare nel panorama europeo i nostri prodotti, rinnovando il vecchio sistema di promozione di un tempo e la voglia di fare, la mia giovane età, mi proietta da un punto di vista manageriale proprio a innovare la tradizionale  promozione della pasta entrando nel mondo dei social.

Per Rocco Siviglia, la crisi dei prodotti alimentari, è dovuta alla lavorazione dei grani, quelli coltivati in Canada, hanno sostituito i nostri, poiché cresciuti con diserbanti, che hanno fatto perdere genuinità, abbassare i costi e  hanno fatto vincere sul mercato, la concorrenza delle multinazionali mondiali;  Melicuccà ha l’aria buona e l’acqua interagisce nei nostri prodotti, elemento vitale, puro e sano presente con i nostri mulini sin dal 1600. La struncatura è un prodotto di tradizione che continua quella ricerca di riutilizzazione dei grani, ma la pasta migliore richiede tempi di cottura  lunghi, chi ama mangiare bene lo sa. Trascorsi i minuti di cottura, la pasta resta ben compatta e al dente ed il nostro segreto è nell’impasto di grano duro lavorato lentamente attraverso metodi artigianali, nella trafilatura realizzata con speciali trafile in bronzo e nel procedimento delicato di lenta essiccazione, che avviene a temperature basse e graduali.

Anna Beatrice Pansera è cresciuta proprio a diretto contatto con lo storico “Frantoio Pansera” di proprietà prima del nonno, oggi del padre e dei suoi fratelli. In località Paterriti dice la giovane imprenditrice, si   produce olio di frantoio di assoluta qualità, realizzato tramite la raccolta anticipata,  indispensabile per le olive, per ottenere un olio extravergine di oliva ricco di sfumature e  particolarità.

Il nostro è un frantoio a freddo con il metodo tradizionale, ma facciamo anche la moderna spremitura a caldo. Noi siamo per la premitura a freddo per la migliore qualità e ridotta acidità dell’olio, per questo preferiamo la tradizione che ci lega sia alla raccolta che alla produzione dell’olio, utile alla nostra dieta per le caratteristiche organolettiche e per l’ utilizzo.

La frangitura per noi è fase importante perché le olive, vengono impastate in maniera lenta con il nocciolo, la polpa e la buccia il tutto in maniera semi tradizionale, poi la gramolatura dentro vasche in inox con il rimescolamento della pasta per separare l’acqua dall’olio ed infine la pasta viene posta su pannelli circolari, separando la sansa dall’olio (contenuto liquido).

Il nostro frantoio è poco distante dal centro della città, nella zona sud e nel nostro piccolo  cerchiamo di trasmettere quella genuinità del prodotto che esalti la terra, la qualità dell’aria della zona del Valanidi. Una ditta di famiglia, dunque, dove collaboriamo tutti, senza distinzione di ruoli: ecco perchè trattiamo le ulive raccolte in famiglia o dagli esterni.

Per l’occasione è stata realizzata una mostra dagli artisti delle Muse che identifica la serata “Primo, secondo e…frutta”, titolo che vuole mettere in evidenza l’esaltazione di diverse pietanze rappresentate con l’ausilio della pittura ad olio, ad acrilico ed in fotografia. Gli artisti che partecipano sono: Piefilippo Bucca, Francesco Logoteta, Pina Calabro’, Angelo Meduri, Antonella Laganà, Santina Milardi, Mariateresa Cereto, Mimma Gorgone, Grazia Papalia, Nunzia Gimondo.