Nasone: 'Per impedire violenza sulle donne bisogna intervenire sugli uomini...'

Nasone e Cusumano sottolineano l’importanza di centri specializzati che prendano in carico il maltrattante, subito dopo la prima denuncia della vittima

Per contrastare la violenza sulle donne di  bisogna intervenire anche sugli uomini, lo affermano Mario Nasone e Giovanna Cusumano, rispettivamente coordinatore e vice coordinatore dell’Osservatorio regionale sulla violenza di genere.

Nasone e Cusumano sottolineano l’importanza di centri specializzati che prendano in carico il maltrattante, subito dopo la prima denuncia della vittima, perché intervenire tempestivamente sulla persona adusa a perpetrare violenza, potrebbe evitare le conseguenze estreme del femminicidio. Le statistiche, infatti, ci raccontano che prima dell’episodio mortale, la vittima aveva sporto varie denuncie al femminicidio si arriva dopo un certo numero di denunce, ecco perchè per prevenirlo, è necessario che i violenti intraprendano un percorso di consapevolezza ed assunzione di responsabilità. E’, pertanto, auspicabile la presenza sui territori dei cosiddetti CAM, centri specializzati al recupero degli uomini maltrattanti che, anche alla luce della recente normativa, non è infrequente vengono colpiti da misure cautelari. 

Ricordiamo, peraltro, che anche il periodo della reclusione deve servire al detenuto per riflettere sul comportamento deviante assunto e deve risultare un’occasione per sviluppare il senso di responsabilità dei danni provocati non solo alla vittima degli abusi, ma all’intero nucleo familiare, al fine di conseguire un adeguato reinserimento nella società. Questa esigenza si rende oltremodo necessaria, soprattutto in presenza di reati di pedofilia e violenza di genere. In questi casi, infatti, i dati di cronaca ci dicono che se l’autore di questi reati, non viene adeguatamente seguito e trattato, le probabilità di reiterare i reati sono altissime.

Ma cosa si fa concretamente, oggi, nel nostro Paese per prendere in carico e curare i soggetti maltrattanti? Quali “rimedi” e strumenti prevede la normativa vigente? La recentissima legge detta “Codice Rosso” prevede certamente interventi sul piano repressivo,  ma siamo sicuri che basta la risposta repressiva? In Calabria allo stato esiste un solo centro per l’assistenza e la cura dei maltrattanti che si trova a Catanzaro. Poi abbiamo alcune carceri in cui si sperimentano programmi per i cosiddetti sex offenders, per i quali sono previste apposite  sezioni detentive.  

Purtroppo, però, possiamo affermare ragionevolmente che ancora mancano interventi organici e continuativi , soprattutto per coloro i quali hanno scontato la pena detentiva. Questi ultimi, infatti, una volta usciti dal carcere senza aver seguito dei corsi di recupero  e per i quali non è prevista alcuna presa in carico da parte di servizi specializzati, tornano a rappresentare un vero pericolo per la loro famiglia e per se stessi. Per questo motivo, per contribuire ad aprire una riflessione su questo tema l’Osservatorio regionale sulla violenza di genere in collaborazione con l’Università Mediterranea, ha voluto programmare per il prossimo otto novembre un evento formativo che vedrà confrontarsi esperti nazionali, referenti di centri specializzati calabresi e della amministrazione penitenziaria. Sarà una occasione per tutti gli attori istituzionali e dei servizi coinvolti per affrontare e lavorare anche su questo versante che richiede particolare competenze e sinergie. L’evento si terrà venerdi otto novembre con inizio alle ore 15.00 C/o l’Aula Quistelli dell’Università Mediterranea. La relazione di base sarà tenuta da Rossano Bisciglia – Psicologo Psicoterapeuta Psichiatra del centro assistenza maltrattanti di Firenze.