Nuova giunta Falcomatà, è un 'Cul de sac'. Il clima (surreale) si fa pesante: sindaco al bivio

Nessuno si prende le responsabilità di fare il primo passo, il tempo passa in mezzo a inutili riunioni e la tensione sale. E adesso? Nulla è da escludere...

Nuova giunta e terzo tempo, adesso la preoccupazione è reale. Rientrato più di un mese fa a Palazzo San Giorgio, Giuseppe Falcomatà ha parlato sin dal primo giorno di ‘nuovo inizio’, preannunciando tempi non brevi per la composizione del nuovo esecutivo. E’ stato profeta a metà.

I ritardi hanno abbondantemente superato anche le previsioni dello stesso Falcomatà, del nuovo inizio invece nessuna traccia. Tutto fermo, tutto immobile: impossibile non iniziare a sentire puzza di bruciato. All’esterno, l’ordine è quello di dare segnali di compattezza, messaggi di incontri ‘cordiali e distensivi’: basta però alzare leggermente il tappeto per trovare la polvere.

Si è concluso nel primo pomeriggio la riunione del Pd anticipata sabato, anche in questo caso si può parlare senza problemi di ‘incontro interlocutorio’. Nessun passo in avanti, soltanto una semplice comunicazione rispetto al precedente incontro del primo cittadino con il segretario regionale Nicola Irto e quello provinciale Antonio Morabito.

“Non si è parlato di numeri, poltrone o postazioni. Siamo un partito serio e ci confrontiamo sui temi e le proposte, nel tentativo di giungere ad una visione di insieme sul come proseguire nel percorso di organizzazione e sviluppo della città”, afferma uno dei partecipanti al termine della riunione.

Da un punto di vista squisitamente filosofico, è una lezione di buona politica. Peccato però che al momento serva parlare esattamente di postazioni, profili e numeri, per capire se sarà possibile o meno concretizzare il terzo tempo e comporre la nuova giunta. La situazione di impasse è più che evidente, il clima surreale che domina Palazzo San Giorgio tutt’altro che leggero: la dissimulazione è lo sport più praticato nelle ultime settimane all’interno della maggioranza.

Indiscrezioni assicurano di un Falcomatà in difficoltà non soltanto con il suo stesso partito, ma anche con il gruppo Democratici e Progressisti (a loro volta divisi rispetto alla postazione da assegnare, con Nino De Gaetano deciso sull’attuale assessore Demetrio Delfino e parte dei Dp contrario), Italia Viva e dulcis in fundo alle le liste civiche.

La sensazione, sempre più netta, è che Falcomatà avesse idee chiarissime nelle 48-72 sul come rilanciare l’attività dell’amministrazione e si sia incartato sempre di più giorno dopo giorno, tra le richieste dei partiti e l’enorme fatica a far combaciare le proprie volontà di rinnovamento con l’autoconservazione dei partiti e di chi comprensibilmente spinge per avere (o mantenere) un posto all’interno della nuova giunta.

Nessuno si prende le responsabilità di fare il primo passo, nessuno vuole vestire i panni del ‘boia’ che manda a casa assessori eletti.  Il tempo scorre inesorabile, in mezzo a inutili, e la tensione inevitabilmente sale. Congelamento totale delle attività che è plasticamente confermato anche dallo stallo relativo alle 3 commissioni ancora senza presidenza, con in particolare la commissione bilancio che necessita di riunirsi urgentemente.

‘Falcomatà è il sindaco, lui ha dichiarato ai quattro venti la volontà di rinnovare e cambiare, a lui spettano scelte e responsabilità. Per noi, andrebbe bene continuare con questa squadra e completare negli ultimi 2 anni il lavoro fatto sino a oggi’, sospirano sottovoce diversi esponenti di maggioranza, mettendo di fatto all’angolo il primo cittadino, a questo punto obbligato a smuovere acque piuttosto stagnanti.

E adesso? Nulla è da escludere, tant è che negli ultimi giorni aumenta di numero il club di esponenti della maggioranza che annusa profumo di restaurazione nell’aria, con una giunta che potrebbe arrivare a brindare al Natale e all’arrivo del 2024 esattamente cosi com’è. Fantascienza? Vero. Ma lo era anche pensare ad una mancata ufficializzazione della nuova giunta mentre novembre si appresta a volare via…