Omicidio Africo, i due sospetti in silenzio davanti al Gip

Si sono avvalsi della facoltà di non rispondere i due accusati dell'omicidio di Salvatore Pangallo. Una brutta storia di violenza familiare


Si sono avvalsi della facoltà di non rispondere Santoro e Pietro Favasulli, i due uomini di Africo accusati dell’omicidio del loro parente Salvatore Pangallo.

OMICIDIO AFRICO, SILENZIO DEI DUE INDAGATI

Davanti al giudice per le indagini preliminari del tribunale di Locri, i due indagati – che si sono consegnati nella caserma dei carabinieri di Bianco a distanza di qualche ora dal fatto di sangue dopo che le forze dell’ordine avevano preparato una rete fittissima nel tentativo di scovarli – si sono chiusi a riccio preferendo non rispondere alle domande del magistrato. Da quello che emerge pare che i due abbiano parlato genericamente di una colluttazione, senza fare però nessun riferimento all’arma utilizzata per l’omicidio. Arma che non è stata ancora ritrovata dai carabinieri che stanno ancora studiando le dinamiche che hanno portato nuovo sangue sulle strade di una cittadina già in passato al centro di una feroce lotta tra cosche rivali.

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Quello che sembra certo, in questa brutta storia di violenza familiare – vittima e carnefici erano legati da stretti vincoli di parentela – è che il crimine organizzato, questa volta, non c’entra nulla in una vicenda drammatica che sembra più legata a contesti da romanzo popolare.

Il Gip si è riservato rispetto alla convalida del fermo dei due indiziati.

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