Ponte sullo Stretto, tra diritto di proprietà e pubblica utilità: come si procederà agli espropri
Sarà privilegiata la procedura bonaria. Indennità anche per i proprietari di immobili "frontisti"
17 Settembre 2025 - 15:27 | di Redazione

Gli espropri per la realizzazione del ponte sullo Stretto di Messina rappresentano uno degli aspetti più delicati e controversi dell’intero progetto. Un tema che divide l’opinione pubblica, tra chi vede nell’opera una svolta infrastrutturale per il Sud Italia e chi teme impatti sulla vita quotidiana dei cittadini coinvolti. Con la dichiarazione di pubblica utilità da parte del CIPESS, si apre ora ufficialmente la fase espropriativa, strettamente collegata alle attività di cantiere e alla gestione dei terreni e degli immobili interessati.
La Società Stretto di Messina, in collaborazione con i Comuni di Messina e Villa San Giovanni, il Contraente generale Eurolink e le associazioni di categoria degli imprenditori agricoli e dei proprietari immobiliari, si propone di gestire il processo con trasparenza e collaborazione.
Gli interessati riceveranno comunicazioni digitali o tramite raccomandata con avviso di ricevimento, con la possibilità di presentare elementi utili alla determinazione dell’indennità. Sarà privilegiata la procedura bonaria, pur lasciando inalterato il diritto dell’espropriando a richiedere la determinazione dell’indennità in via amministrativa o giudiziale.
Focus: protocolli e accordi per gli espropri
L’accordo aggiornato, che sostituisce quello firmato nel 2011, stabilisce procedure e metodologie per determinare le indennità di espropriazione. Si tratta di un documento tecnico, privo di connotazioni politiche, che evidenzia l’attenzione verso il territorio e la necessità di un approccio equo e trasparente.
L’obiettivo è favorire la mediazione tra espropriando ed espropriante, stabilendo criteri unitari per tutte le tipologie di opere, privilegiando la definizione bonaria dell’indennità. Particolare attenzione è riservata a immobili residenziali e produttivi, per evitare interruzioni delle attività economiche e favorire la rilocazione rapida.
Sono previsti anche acconti sull’indennità per consentire l’acquisizione di cespiti sostitutivi.
Il protocollo definisce inoltre le indennità per i proprietari degli immobili “frontisti”, cioè coloro che, pur non essendo espropriati, subiscono riduzioni di valore o limitazioni del diritto di proprietà a causa della vicinanza alle opere. Tali criteri considerano aspetti come diminuzione di luminosità e soleggiamento, inquinamento acustico, vibrazioni, accessibilità, fruibilità panoramica e ambientale.
Le modalità e le tempistiche di corresponsione delle indennità sono studiate per ridurre i tempi burocratici e garantire certezza e trasparenza agli espropriandi.
Contratti e atti aggiuntivi
Il 1° agosto la Società Stretto di Messina ha sottoscritto l’atto aggiuntivo alla convenzione di concessione con il MIT, che diventerà efficace con la registrazione da parte della Corte dei Conti del decreto interministeriale di approvazione MEF-MIT.
Tra il 1° e il 6 agosto sono stati firmati altri quattro atti aggiuntivi con:
- Eurolink S.C.p.A. – Contraente generale, valore aggiornato del contratto 10,5 miliardi di euro, cronoprogramma di 7,5 anni;
- Parsons Transportation Group – Project Management Consulting, contratto da 306 milioni di euro, durata 7,5 anni;
- Edison Next Environment – monitoraggio ambientale, contratto aggiornato a 43,5 milioni di euro, durata 8,5 anni;
- Marsh – broker assicurativo, senza oneri diretti per la Società, remunerazione a carico delle compagnie assicuratrici.
Gli atti aggiuntivi riprenderanno efficacia con la delibera CIPESS e la rinuncia definitiva ai contenziosi, già formalizzata negli accordi. Nessun impatto sul valore complessivo dell’investimento, confermato a 13,5 miliardi di euro.
Penali e garanzie contrattuali
L’atto aggiuntivo con Eurolink, firmato il 5 agosto, prevede penali a tutela dell’interesse pubblico. In caso di blocco dei lavori per responsabilità di Stretto di Messina o recesso della Società, la penale sarà del 5% dei lavori non eseguiti, fino a un massimo dei quattro quinti del valore del contratto, metà rispetto al 10% previsto dal Codice Appalti.
Penali sono previste anche a carico del Contraente generale in caso di ritardi o inadempimenti, con importi superiori al milione di euro per giorno di ritardo, oltre a una cauzione di oltre 650 milioni di euro a garanzia degli impegni assunti.
Il processo espropriativo e contrattuale del ponte sullo Stretto, unito ai protocolli di collaborazione e alle garanzie previste, rappresenta un equilibrio tra esigenze infrastrutturali, diritti dei cittadini e trasparenza amministrativa. Un percorso complesso che evidenzia come la realizzazione di grandi opere nel nostro Paese non sia mai solo una questione tecnica, ma anche un tema sociale e politico dal forte impatto sul territorio.