Nuovi licenziamenti, Porto di Gioia Tauro in agonia. Prefetto convoca incontro

Qualcuno salvi il porto di Gioia Tauro. Le segreterie territoriali: "Il Governo se ne frega"

Da risorsa fondamentale del territorio, il Porto si sta trascinando da anni tra politiche errate e mancata collaborazione delle istituzioni e si trova da troppo tempo in agonia. 

Nel corso di un incontro tra i vertici del terminalista MedCenter e le organizzazioni sindacali, l’azienda ha comunicato che in virtù dei reintegri del personale licenziato nel luglio del 2017 stabiliti dal Tribunale di Palmi, ha intenzione di aprire una nuova procedura di licenziamento collettivo, dovuto al calo dei volumi che sono scesi nel 2018 del 12% rispetto ai container movimentati l’anno precedente.

L’annuncio ha creato forte irritazione tra i sindacati che hanno rigettato la soluzione prospettata dall’azienda. Le sigle sindacali hanno sottolineato invece “le responsabilità di un azienda che non ha mantenuto gli impegni sugli investimenti, che non ha attratto nuovi volumi per garantire l’occupazione di tutto il personale”.

Martedì prossimo per discutere della prospettiva del porto e della stabilità dei livelli occupazionali il Prefetto di Reggio Calabria ha convocato un incontro con tutti gli attori coinvolti nel corso del quale si capirà se esistono le condizioni per evitare i nuovi licenziamenti.

Con la seguente nota, le Rsa e le segreterie territoriali di Filt Cgil, Fit Cisl, Ugl Mare e Coordinamento portuali Sul hanno fatto il punto sulla situazione.

Il 18 dicembre il ministro Toninelli è venuto a Gioia Tauro per rassicurare i lavoratori e i calabresi sugli investimenti pubblici e privati per il porto di Gioia Tauro. L’accordo di programma quadro firmato nel 2016 prevedeva Infatti oltre all’agenzia per la ricollocazione dei lavoratori dichiarati in esubero anche consistenti investimenti da parte di MSC e Contship e investimenti pubblici per la realizzazione del gateway ferroviario e del bacino di carenaggio. Oggi a 2 mesi da quell’incontro le organizzazioni sindacali non hanno ancora avuto la possibilità di sapere come procede la discussione fra MSC e Contship e quali interventi strutturali ha deciso di fare il governo il cui disimpegno su Gioia è ormai eloquente”.

“L’unica certezza è che oggi c’è la informativa che MCT ha dato alle organizzazioni sindacali e cioè un ulteriore calo di volumi nel 2017 del 12,5% rispetto al 2016 che si aggiunge al calo già subito nel 2016 rispetto al 2015 e a quello ulteriore in corso nel 2018. Questa drammatica situazione sta portando alla chiusura del porto di Gioia Tauro. L’azienda ha annunciato l’apertura di una nuova procedura di riduzione di personale ancora più pesante di quella avviata nel 2017. Le organizzazioni sindacali sono profondamente preoccupate per tale situazione che si prospetta come un ulteriore colpo alle speranze di un intero territorio , dei lavoratori, della Calabria.

Non permetteremo una guerra fra poveri. Siamo fermamente contrari alla contrapposizione dei lavoratori con altri lavoratori. Rivendichiamo l’attuazione dell’Accordo di Programma Quadro sottoscritto nel 2016 alla Presidenza del consiglio, e cioè gli investimenti pubblici e privati per rilanciare il porto. Chiediamo dunque al Governo Conte e al ministro Toninelli di far rispettare quell’Accordo di programma quadro. Chiediamo alla Giunta regionale di intervenire con forza nei confronti del governo, di MCT e di MSC. La Calabria, quella democratica e del lavoro, questa volta si deve unire per difendere gli interessi legittimi di Gioia, della Calabria, di chi lavora e di chi il lavoro lo cerca”.