Stretto di Messina, Valerio a Le Iene: 'Per 3 giorni in auto'

"La Regione Sicilia, prima di partire, aveva confermato che potevo a tornare a casa mia”. Il racconto di un viaggiatore

“Sono due notti che dormo in macchina, bloccato in questo parcheggio nonostante la Regione Sicilia, prima di partire, mi avesse confermato che potevo a tornare a casa mia”.

Quella di Valerio Cipolla è un’odissea che non riguarda soltanto lui, ma tanti altri lavoratori nella sua situazione in questi giorni di decreti, ordinanze e conferenze stampa in cui le regole cambiano molto rapidamente.


Per più di 50 ore che Valerio e alcuni suoi colleghi sono stati fermi nel parcheggio del piazzale Anas di Villa San Giovanni (Calabria).

“Forse riuscirò ad imbarcarmi questa sera, 25 marzo, verso le 22:00, ci hanno detto che per quell’orario dovremmo partire, però ce lo dicono da lunedì quindi non sono molto fiducioso!“, ha raccontato Valerio a Le Iene.

COSA È ACCADUTO?

Il 22 marzo un’ordinanza del Ministero della salute stabilisce che per contenere il contagio del coronavirus è vietato alle persone di spostarsi in un “comune diverso da quello in cui si trovano, salvo che per comprovate esigenze lavorative, di assoluta urgenza ovvero per motivi di salute”.

In sostanza, a differenza di quanto era stato stabilito nel decreto del 10 marzo, alle persone non è garantito il rientro al proprio domicilio: dove si è si resta. Una norma attuata per evitare un altro esodo, dopo la chiusura di nuove attività commerciali, come quello che si era appunto verificato dopo l’8 marzo. Peccato che siano in tanti i lavoratori come Valerio che si sono trovati senza un posto dove dormire, una volta chiusa l’azienda per cui lavora.

Ristobottega

Valerio, per non sbagliare, decide di chiedere alla regione se può rientrare a casa sua, a Palermo, dal momento che non ha più un alloggio nel posto in cui lavora a San Benedetto del Tronto, nelle Marche.

“Io già da qualche giorno sapevo che mi sarebbe scaduto il contratto d’alloggio perché la mia azienda stava chiudendo e così il 18 marzo ho scritto alla regione per sapere se potevo tornare a casa, non avendo altro posto dove andare. Mi hanno detto di sì. Per non trovarmi in brutte situazioni il 22, ovvero il giorno in cui la mia azienda ha chiuso e non avevo più dove dormire ho richiamato la regione, che per telefono mi ha di nuovo confermato che potevo tornare in Sicilia, dove ho la residenza. Insomma avevo tutte le carte in regola”.

E in un primo momento infatti tutto sembra andare liscio, nonostante i vari controlli che Valerio trova durante il viaggio da San Benedetto del Tronto fino a Villa San Giovanni dove avrebbe dovuto prendere il traghetto:

Ristobottega

“Ci hanno fermato più volte per i controlli della polizia e ci hanno sempre fatto passare – racconta Valerio. Mi hanno fatto controlli pure lunedì 23 alle 3 di notte, quindi quando il decreto era già in vigore, mentre ero più o meno vicino Napoli. Avevo l’autocertificazione, in cui dicevo che mi spostavo da comune a comune per fine lavoro e ci hanno fatto passare”. 

Valerio, insieme a molti altri, viene fatto spostare nel parcheggio della stazione ferroviaria. Lui e i suoi colleghi vengono denunciati per violazione del decreto.

“Abbiamo dormito nel furgone per due notti. Siamo letteralmente bloccati qui. Per i bisogni usiamo il gabinetto delle ferrovie, per mangiare il comune di Villa ci ha passato qualche alimento ma è davvero poco e non sappiamo più come fare. Ieri pomeriggio ci hanno comunicato che la regione non avrebbe più fatto entrare nessuno”.

Nel frattempo nella scorsa notte circa 150 persone sono state autorizzate a imbarcarsi, per ragioni di sicurezza.

Ristobottega

In un primo momento, per gli altri siciliani bloccati, si era pensato alla predisposizione della quarantena in un albergo a Reggio Calabria. L’ipotesi ha incontrato il fermo no del sindaco di Reggio Calabria e degli stessi viaggiatori.

Questa triste pagina nera della cronaca reggina ha avuto il suo “lieto fine” ed i viaggiatori sono, tutti, tornati a casa nella notte con l’istituzione di una corsa aggiuntiva nello Stretto.

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