Reggina e Dante Alighieri, la verità di Brunetti: 'Vicende assolutamente slegate'

"Non ho in alcun modo barattato l'Ateneo reggino per attirare imprenditori ed investimenti" le parole del sindaco

Al centro del dibattito cittadino, in queste ore, insieme alla Reggina, è finita anche l’Università per stranieri Dante Alighieri. A scatenare la “polemica” una lettera dei sindaci f.f. Brunetti e Versace.

È stato proprio il primo dei due, a margine della conferenza stampa convocata a Palazzo San Giorgio a spiegare, nel dettaglio, alla stampa il contenuto del documento.

“Attraverso quella lettera io ed il sindaco Versace abbiamo chiesto, in primis, al Ministero i fondi per mantenere in vita la Dante Alighieri. Abbiamo chiesto, inoltre, risposte concreto rispetto a quanto da noi proposto e sollecitato nei mesi scorsi dinanzi al Consiglio di Amministrazione dell’Ateneo, ovvero la federazione con l’Università Mediterranea. Da allora non ci sono state risposte, mentre è proseguita l’agonia dell’ateneo reggino.

Alla fine della missiva – ha proseguito Brunetti – abbiamo esposto quella che, secondo noi, può essere l’unica altra alternativa per non far morire l’università, ovvero aprire le porte ai privati. Nel caso in cui non vengano fornite al CdA le risorse necessarie e non venga definita la questione della fusione, questo è l’unico epilogo possibile.

Notate bene, quanto detto fino ad ora è ben diverso dal dire che i sindaci di Reggio Calabria hanno messo in vendita l’università per stranieri”.

E per fugare ogni dubbio, il primo cittadino ha concluso:

“Io non ho in alcun modo barattato l’Ateneo reggino per attirare imprenditori ed investimenti. Non lo so se l’Unicusano ha partecipato per acquisire la Dante Alighieri, posso dirvi che un soggetto terzo, che non era Bandecchi, mi ha chiesto informazioni e la mia risposta è stata di “non confondere le due tematiche che nulla hanno a che vedere tra di loro”. Per quanto riguarda il dott. Ballarino, invece, non abbiamo mai parlato di Università”.