Corriere dello Sport: 'Società di B sul piede di guerra, caso Reggina e una via d'uscita in FIGC'

"Obiettivo, quello di provare a scongiurare il rischio che uno dei campionati più belli e avvincenti del nuovo millennio possa finire in frantumi a causa di contenziosi"

Il campionato di serie B è fermo per gli impegni delle nazionali e così, insieme a quelle che sono le vicende di campo, si dà molto spazio anche a quanto si sta registrando in casa Reggina, rispetto alla richiesta di ristrutturazione del debito verso il Tribunale di Reggio Calabria, possibili penalizzazioni e dialoghi in FIGC. Un articolo approfondito sulla questione viene pubblicato dal Corriere dello Sport e ripreso dai colleghi di TMW:

Questione Reggina, penalizzazioni e Figc

“Un tavolo di decompressione per il “caso” Reggina. La lettera inviata alle società di Serie B dal presidente Mauro Balata ha come obiettivo quello di provare a scongiurare il rischio che uno dei campionati più belli e avvincenti del nuovo millennio possa finire in frantumi a causa di contenziosi che, una volta innescatisi, non si sa davvero dove porterebbero. Facendo seguito all’incontro svoltosi lunedì in Figc, alla presenza del presidente Gabriele Gravina e dei rappresentanti delle altre componenti federali, il numero uno della Lega ha fatto il punto sul rapporto generatosi tra le normative federali e il Codice della Crisi d’impresa e dell’Insolvenza vigente dal 2019, uno strumento prezioso, ma una novità nel mondo del calcio e dello sport, benché lo stesso Coni lo abbia in passato più volte incoraggiato.

Lo stesso adottato dalla Reggina lo scorso dicembre una volta avuta contezza dell’impossibilità di gestire correttamente la società – rilevata dal Tribunale di Reggio Calabria – senza una ristrutturazione da parte della proprietà di un debito prossimo ai 15 milioni di euro.

Quello che non avevano considerato gli azionisti di maggioranza, Felice Saladini e Angelo Ferraro, né il presidente Marcello Cardona, è l’impossibilità a sostenere spese non ritenute finalizzate alla “continuità d’impresa” dal Commissario nominato dalla Sezione Fallimentare. Tra le altre, appunto, i versamenti Irpef e previdenziali (violati i termini perentori del 16 febbraio e del 16 marzo) relativamente agli stipendi di novembre e dicembre e gennaio e febbraio, invece, regolarmente pagati.

Due violazioni che hanno aperto la strada a ipotesi di penalizzazione.

Ma sul caso Reggina e su questo cortocircuito generato dall’incongruità tra l’ordinamento generale e le norme sportive – che tuttavia godono di una propria autonomia – ha aperto un’inchiesta la Covisoc dopo aver fatto due volte visita al club e acquisito bilanci e documenti contabili.

Prendendo visione anche delle due “istanze” inviate dalla Reggina al Tribunale per poter provvedere al rispetto dei pagamenti. Di fronte al reiterato diniego del Commissario, l’alternativa sarebbe stata violare la legge ordinaria e incorrere in sanzioni penali. Questo sostiene la dirigenza amaranto che ha inutilmente chiesto una deroga incorrendo nelle proteste delle altre società di B che stipendi, ritenute e contributi hanno puntualmente e regolarmente pagato.

Le cosiddette “terze interessate” sono, insomma, sul piede di guerra. Ecco perché la riflessione svoltasi in Via Allegri alla presenza del presidente Gravina ha evidenziato la necessità di approfondire l’effettiva compatibilità tra i due ambiti normativi citati, con particolare riguardo alle verifiche sull’equilibrio economico/finanziario delle società sportive professionistiche. L’intento è di tenere tutte le cose insieme allo scopo di «garantire il regolare svolgimento dei campionati». Il quadro che ne è scaturito sarà oggetto di una valutazione «contingente e prospettica» che proseguirà nelle prossime settimane”.