Reggina-S. Agata, Barillà: 'Una fabbrica di talenti, quanti ricordi, quante emozioni'

"Tifo Reggina e lo impongo anche ai miei compagni di squadra..."

Adesso si, il S. Agata è tornato ufficialmente alla Reggina. Quanti giocatori sono passati da quella struttura, quanti giovani sono cresciuti all’interno di quei campi per poi diventare giocatori anche di serie A. Qualcuno, arrivato nel settore giovanile amaranto come Simone Perrotta ha addirittura vinto anche un Mondiale. La lista è interminabile, per tantissimi anni quel centro sportivo è stato il fiore all’occhiello della società e vanto a livello nazionale.

Luca Gallo ha preteso che la Reggina ne tornasse in possesso, insieme alla sua storia. Da oggi inizia una nuova era, o meglio, riparte, visto che da sempre il S. Agata è stato definito la casa della Reggina. Tra coloro che dai campi del settore giovanile è arrivato fino a quello numero uno c’è anche il reggino Nino Barillà, oggi grande protagonista con la maglia del Parma nella massima serie: “Tornare al S. Agata è sempre molto bello. Qui si respira un’aria particolare, diversa rispetto a qualsiasi altro posto, ricordi, emozioni.

L’obiettivo di tutti noi era quello di guadagnare il campo uno. Ci siamo riusciti, ma la parte più complicata era quella di restarci oltre a raggiungerlo. Grazie a questa maglia ho avuto la possibilità di giocare con tantissimi calciatori forti, da tutti ho imparato tanto. Sono arrivato alla Reggina a soli 13 anni, per me è stato un trauma perchè non volevo lasciare i miei compagni di Catona, una volta arrivato al S. Agata ho trovato un’altra famiglia.

Sacrificio, impegno, dedizione, voglia di arrivarci, non ho mai mollato, consapevole dei miei difetti per i quali ogni giorno ci lavoro per limitarli il più possibile.

La Reggina? La seguo da grande tifoso e ti dirò di più. Impongo anche ai miei compagni di squadra a farlo. A Parma in organico ci sono tantissimi tifosi della Reggina, sono io a costringerli (ride).