Coronavirus a Reggio, è ora di dire basta alle 'fake news': atto grave di irresponabilità

Si continuano a creare inutili paure e talvolta sentimenti discriminanti all'indirizzo di persone, alimentando dibattiti totalmente fondati sul nulla

L’emergenza Coronavirus continua purtroppo a far parlare di se in tutto il Paese. Con il DPCM del 9 marzo il Premier Giuseppe Conte ha infatti esteso la “zona rossa” a tutto il territorio italiano.

Questo insolito clima, anche nella città di Reggio Calabria, ha causato sui principali social network quali WhatsApp e Facebook la diffusione di messaggi ricchi di false verità sul propagarsi del virus, sull’isolamento di quartieri che sarebbero da considerare ad alto rischio, sulla creazione di focolai in determinati quartieri o anche su bizzarre maniere di prevenzione messe in atto dall’Amministrazione Comunale (l’esempio dell’elicottero che passerebbe a disinfestare il territorio è proprio di qualche ora fa).

Nel web, purtroppo, il fenomeno della creazione di notizie false esiste da tempo. E nel momento in cui queste falsità arrivano a riguardare ambiti notevolmente seri, come quello attuale del Coronavirus, possono arrivare a provocare danni reali e di notevole caratura, soprattutto alimentando insicurezza e confusione nella mente delle persone che in questi giorni si trovano ad affrontare una situazione già di per se molto, molto complicata. Si continuano a creare inutili paure e talvolta sentimenti discriminanti all’indirizzo di persone, alimentando dibattiti totalmente fondati sul nulla.

Dovremmo imparare ad utilizzare le varie piattaforme social soltanto per diffondere notizie reali, e soprattutto utili alla comunità, come sta avvenendo in occasione della raccolta fondi al fine di aiutare il GOM di Reggio Calabria ad acquistare ventilatori polmonari e aumentare i posti in terapia intensiva.

Noi di CityNow abbiamo subito accertato la notizia con aggiornamenti costanti.

E’ seriamente arrivato il momento di dire basta alla creazione e diffusione di fake news, tutti i cittadini hanno diritto alla corretta informazione, quella che continuamente andrebbe ribadita, senza creare inutili allarmismi nel contesto di una situazione già di per se complicata.