Falcomatà alla Casa del Popolo: ‘Funzioni negate alla Città Metropolitana, un furto durato 5 anni’

"La Regione non ha adempiuto ad una legge dello Stato limitando lo sviluppo dei territori in termini di infrastrutture, trasporti, welfare e di tutto ciò che ci rende una comunità" le parole del primo cittadino

rosarno casa del popolo

«Sono stato qui quando questo presidio di cultura, legalità, partecipazione, impegno civile e politico rischiava di chiudere. E oggi ci ritroviamo, invece, con uno spirito rinnovato, con la voglia di continuare a impegnarci».

Così Giuseppe Falcomatà è intervenuto alla Casa del Popolo “Peppino Valarioti”, insieme a Pasquale Tridico, al quale ha riconosciuto «il grande merito di aver riunito tutta la galassia del centrosinistra intorno ad un progetto credibile, serio, concreto ed efficace».

Le battaglie comuni e le peculiarità del territorio

«Ci sono battaglie – ha detto Falcomatà – che accomunano tutte le province calabresi, ogni territorio della nostra regione: dalla sanità al lavoro, dall’ambiente alla mobilità, dai trasporti fino allo spopolamento delle aree interne. Poi ci sono delle peculiarità, delle particolarità che appartengono alla nostra area metropolitana. C’è un tema, infatti, sul quale non possiamo arretrare di un millimetro: l’assegnazione delle funzioni e delle deleghe alla Città Metropolitana».

La denuncia sul mancato rispetto della legge

«Per cinque anni – ha ricordato Giuseppe Falcomatà – questo territorio ha subito un furto perché non è stata rispettata una legge dello Stato. Non si tratta di una gentile concessione da parte della Regione, ma di un diritto negato alle cittadine ed ai cittadini dei 97 Comuni che compongono la Città Metropolitana di Reggio Calabria.

L’inadempimento di questa norma depotenzia l’Ente di almeno il 70% delle proprie possibilità perché, fra le altre cose, viene meno il riconoscimento di risorse che dovevano essere destinate allo sviluppo delle infrastrutture, dei trasporti, del welfare, della cultura, della socialità, di tutto ciò che ci rende una comunità. Questa deve essere una regione amica e non una regione straniera come è stata fino ad oggi».