Scopelliti-Mauro, storia di amicizia, sofferenza e riscatto. 'Reggio, non ti riconosciamo più'

L'imprenditore reggino sul palco di Piazza Duomo al fianco dell'amico Scopelliti. Storie simili e diverse, con un futuro ancora da scrivere...

Sul palco di Piazza Duomo, oltre al giornalista Piero Gaeta e il Generale Emilio Errigo, Giuseppe Scopelliti ha voluto soltanto un’altra persona, ovvero l’amico Maurizio Mauro.

L’imprenditore reggino, non senza emozione, ha aperto l’evento leggendo una lettera al pubblico di Piazza Duomo. Un racconto intimo, sentito, sofferente, che ha ripercorso l’ultra cinquantenaria storia della storica azienda di famiglia Caffè Mauro e allo stesso tempo tratteggiato il ricordo di una Reggio Calabria, che oggi non esiste più.

Soprattutto, Maurizio Mauro ha raccontato della profonda e antica amicizia Scopelliti, plasticamente confermata dalla sua presenza sul palco di Piazza Duomo al fianco dell’ex sindaco e governatore.

“Oggi, a fronte dell’impoverimento economico ed anche culturale della nostra città, certamente non sarebbe stato possibile per me tornare a Reggio Calabria come invece feci tanti anni fa dopo gli studi, rientrando da Milano con entusiasmo e felicità. Troppi, infatti, i giovani che vanno via per non ritornare, mentre Reggio “invecchia” perdendo opportunità di crescita e preziose risorse umane.

Il mio ritorno in città, infatti, fu certamente dettato dal sentimento di amore verso la Calabria, ma anche facilitato dal fatto che Reggio era pronta a vivere un nuovo Rinascimento.

In quel periodo di fermento per la nostra città, stava emergendo una persona a me cara che, da lì a pochi anni ne sarebbe divenuto Sindaco, con cui iniziai a condividere idee per la crescita del territorio.

Con Peppe, infatti, sin da subito iniziò un percorso virtuoso fatto di confronti su temi sempre improntati allo sviluppo del territorio ed al benessere dei cittadini, confronti non legati a “vecchie logiche parassitarie e di attesa”, ma basati sulla creazione di opportunità di crescita economica. Tutti argomenti affrontati affinché Reggio potesse “autodeterminarsi ed affrancarsi” dalla dipendenza “di qualcuno o di qualcosa”.

Messaggi che arrivavano forti in tutte le sedi, anche quelle Istituzionali. Tra tutti, quell’idea che fu poi chiamata “Reggio città turistica” che vedeva uno straordinario progetto legato alla riqualificazione di tutta l’area urbana al fine di attrarre non solo turisti, ma anche investimenti sul territorio da parte di grandi investitori”, il ricordo nelle parole di Maurizio Mauro.

Scopelliti il ‘concreto visionario’

L’imprenditore reggino viaggia indietro con la memoria, il pubblico di Piazza Duomo rivede per un attimo la città che fu.

“Reggio Calabria iniziò a vivere una straordinaria corsa per riqualificare i propri quartieri, anche quelli periferici, a generare progetti di medio e lungo termine come la valorizzazione della via Marina in un percorso unico con i comuni limitrofi ed il Corso Garibaldi con il suo divenire un “Centro Commerciale Naturale”, fino a quelli di lunga visione come il “Waterfront” e il “Museo del Mare”, progettato dall’archiStar Zaha Hadid, che avrebbero donato un nuovo volto alla città per portarla in una dimensione mai immaginata prima

Ecco, solo per farvi un esempio calzante, un imprenditore deve avere sempre chiari in testa due concetti che possiamo sintetizzare in due parole: Vision e Mission.

La prima rappresenta ciò che vorresti la tua azienda diventasse in futuro, la seconda il modo corretto per raggiungere gli obiettivi prefissati di crescita. Peppe aveva su Reggio una visione chiara e netta e aveva creato le relazioni e azionato gli strumenti per realizzarla. E’ stato per la nostra città un “Concreto Visionario”

Ecco perché ha rappresentato per l’imprenditoria sana di questa città sempre un riferimento, perché ciò che esprimeva nella sua azione aveva molte affinità con il modo di ragionare di chi, ogni giorno, costruisce qualcosa per il benessere del territorio. E vi assicuro che il tessuto sociale di quell’epoca, fatto di tanti onesti imprenditori, era florido e si sa, il benessere genera benessere”.

Scopelliti-Mauro, dal dolore al riscatto

La beffarda ironia del destino, ha voluto che i due amici vivessero (seppur all’interno di situazioni completamente diverse) una sofferenza simile, fatta di vicende giudiziarie che le li ha visti coinvolti.

“Una situazione paradossale come quella che stavamo vivendo, per me inverosimile e grottesca se non fosse stata tragica, portarono i nostri momenti di confronto dai discorsi improntati alla crescita e alla voglia di far emergere le qualità della città, alle recriminazioni su quello che sarebbe potuto essere ma che, per invidia e cattiveria di qualcuno, non è stato.

In un modo o nell’altro, ci trovammo anche in Tribunale dove si tenevano, una dopo l’altra, udienze che riguardavano le nostre personali vicende.

Io uscivo dall’aula dopo aver testimoniato l’incredibile situazione che stavo vivendo da oltre 14 anni, dovuta a accuse basate su insensate e contraddittorie ricostruzioni contabili prodotte da un commercialista reggino che aveva anche problemi ad articolare l’italiano figuriamoci a scrivere di contabilità, mentre Peppe ed i suoi avvocati entravano per discutere con lo stesso Tribunale e per difendersi delle accuse che venivano a lui mosse.

Dopo anni di lungaggini giudiziarie, io uscì assolto dall’accusa più grave già in primo grado, mentre per Peppe, stranamente in pochi anni, seguì un epilogo ben più grave e tragico”.

L’imprenditore reggino ha chiuso la propria lettera ricordando i gravi e irreparabili danni subiti dalla famiglia Mauro e la perdita di 50 posti di lavoro in un territorio già povero, oltre ai pesantissimi danni di immagine per la città.

Riascoltando con attenzione l’intervento generale e le ultime parole di Maurizio Mauro (“Reggio merita di più”) sono parse chiare le intenzioni dell’imprenditore reggino. Non un nostalgico racconto legato al passato, o l’esibizione di una sterile amarezza per una città che sembra affogare nei suoi problemi.

Nemmeno perdersi in considerazioni autoreferenziali o l’intento di attaccare enti o istituzioni. Mauro, alla pari dell’amico Scopelliti, ha voluto mettere un punto, chiudendo i conti con il passato, utile però per capire i disagi del presente e le speranze future.

Con una similitudine tra le storie personali vissute in prima persona da Mauro e Scopelliti e la parabola generale di Reggio Calabria (del resto la Storia è fatta dalle storie di uomini e donne che si intrecciano) negli ultimi 20 anni, l’insegnamento da trarre è che dalla sofferenza si può rinascere, dalle ceneri ricostruire.

Dalla ‘pacificazione sociale’ invocata dall’ex Sindaco e Governatore, alla necessità impellente per Reggio Calabria di affrancarsi al più presto dell’attuale immagine esibita allo specchio, stanca, sofferente, e avvilita.

Con l’obiettivo di ricreare, tutti insieme, una classe politica, imprenditoriale e dirigenziale capace di immaginare prima e realizzare successivamente un rinascimento per Reggio Calabria, grazie al coraggio di mettere in atto idee innovative e lungimiranti.

Per disegnare finalmente all’altezza di un passato che oggi sembra lontano anni luce, se non addirittura esistito soltanto nella fantasia di tutti noi.