Reggio - Lavoratrici licenziate Hemes, Fisascat: 'Mai sottoscritto alcun accordo'

Alla nota della società Hemes arriva la pronta risposta del sindacato a tutela delle due lavoratrici

Fortunato Lo Papa torna sulla vicenda e risponde alla replica contestandone, insieme alle lavoratrici, ogni punto:

“Prendiamo atto, con viva sorpresa, delle dichiarazioni rese dal Presidente e dall’Amministratore Delegato della Hermes rispetto al licenziamento delle due dipendenti ed alla manifestazione organizzata e il segretario della Fisascat Cisl Calabria,  e rileviamo preliminarmente che

«Le organizzazioni sindacali non hanno mai sottoscritto alcun accordo che portasse alla soppressione dell’Area Quadri della società partecipata del Comune»

Stralcio Caso Hermes 2

Stralcio verbale riunione Sindacale del 24/06/2021

e che i dipendenti della società ci hanno manifestato privatamente la loro solidarietà, non avremmo mai pensato e chiesto che potessero esporsi in piazza a nostro supporto, in pendenza dell’espletamento di concorsi interni per progressioni professionali. Tra l’altro la manifestazione sindacale organizzata dalla Fisascat Cisl non ha inteso coinvolgere terzi essendo finalizzata a tutela delle posizioni specifiche.

L’opinione pubblica deve, comunque, essere messa a conoscenza della reale evoluzione della vicenda.

A fronte della disposta riorganizzazione della Hermes, molti lavoratori hanno ottenuto e otterranno progressioni di inquadramento e incrementi stipendiali, mentre solo tre, tra i quali le due deducenti, hanno subito un trattamento notevolmente peggiorativo.

L’Avv. Mazzotta sottolinea che le lavoratrici rivendicherebbero i superminimi già goduti, ma dimentica che la ragione del licenziamento non sono i superminimi (comunque illegittimamente già revocati prima del licenziamento e oggetto di giudizi già incardinati innanzi alla Autorità giudiziaria), quanto piuttosto il successivo ed ulteriore declassamento da quadro a I° livello unilateralmente disposto in assenza di presupposti, con sensibile incidenza sulla professionalità delle sottoscritte, che si vedrebbero ridotto lo stipendio di oltre il 35%, a parità sostanziale di mansioni e funzioni.

I vertici di Hermes dimenticano, e ciò che ancor più rileva, che all’incontro del 20.10.2021, al solo fine di salvaguardare il posto di lavoro le sottoscritte hanno accettato comunque, seppure con riserva dei diritti maturati e di cui ai giudizi pendenti, il patto di declassamento proposto, come si evince dallo stralcio di verbale della Commissione di Conciliazione che si riporta:

Stralcio Caso Hermes

La governance della Hermes, malgrado la espressa accettazione del patto, non ha inteso consentire la possibilità di esercitare, in un paese democratico, alcun diritto di difesa.

Nessun rifiuto, dunque, è stato opposto dalle sottoscritte, che hanno dichiaratamente accettato il patto e la collocazione al I° livello “avendo interesse alla conservazione del posto di lavoro”, con ciò venendo meno il presupposto per il licenziamento per giustificato motivo oggettivo inopinatamente comunicato.

E’ in ogni caso imbarazzante, il commento moralistico sui bisogni di lavoro delle sottoscritte ed ancor più il riferimento ai bisogni dei giovani che, al posto delle sottoscritte, secondo l’Avv. Mazzotta, avrebbero accettato offerte anche inferiori, ignorando leggi, contratti collettivi e carriere ultraquindicinali con funzioni direttive!

Fa specie a Lo Papa il comportamento del Sindaco che appena un giorno prima a Campo Calabro ha inteso manifestare la sua vicinanza ai lavoratori di un’azienda appena licenziati, scegliendo poi di non incontrare i lavoratori di una società partecipata della quale il Comune è socio unico.

Auspichiamo – concludono sindacato e lavoratrici- che la governance della Società riveda la sua decisione e prenda atto della esplicita accettazione del patto di demansionamento.

Della legittima riserva di far valere i propri diritti, a prescindere dal carattere palesemente ritorsivo, la Governance di Hermes non dovrebbe avere nulla da temere, considerata la più volte e fermamente ribadita legittimità del comportamento aziendale.