Reggio, scrutatori non pagati da 5 mesi: l'appello al Comune

Dei pochi soldi previsti, ancora non è arrivato un centesimo a scrutatori e presidenti di seggio. Nessuna risposta dal Comune

A distanza di cinque mesi, ancora non sono stati paganti i tanti scrutatori che hanno prestato servizio ai seggi elettorali nel corso delle ultime elezioni comunali a Reggio Calabria. Riceviamo e pubblichiamo l’appello di Luciano Surace:

“I lavoratori elettorali attendono con ansia le spettanze del doppio turno elettorale del 20-21 settembre 2020 e del 4-5 ottobre. Un caso tipico italiano quello di non informare cittadini lavoratori che hanno collaborato con la Repubblica Democratica Italiana e ancora ad oggi, non solo attendono quei pochi soldi ma addirittura nessuno ha avuto l’accortezza di informarli sulle tempistiche.

Quest’ultimo aspetto ha fatto infuriare diversi presidenti di seggio e diversi scrutatori che si sono rivolti al sottoscritto quale profondo conoscitore della Pubblica Amministrazione e quale militante del Popolo che si batte per i diritti dei cittadini lavoratori e per la difesa del territorio nazionale. Così mi sono attivato con gli uffici competenti, da quelli governativi a quelli del Comune di Reggio Calabria, per chiedere delucidazioni e sollecitare in merito alle mancate competenze dovute ai componenti dei seggi per lo svolgimento contemporaneo del referendum popolare confermativo e delle elezioni amministrative del 20 e 21 settembre 2020 e del turno di ballottaggio del 4 e 5 ottobre 2020; compensi previsti dall’articolo 1, comma 5, della legge 13 marzo 1980, n. 70, così come modificato dall’articolo 3 della legge 16 aprile 2002, n. 62.

SCRUTATORI A REGGIO, DOPO 5 MESI ANCORA NESSUN PAGAMENTO

Secondo la circolare ministeriale i pagamenti si sarebbero dovuto effettuare entro e non oltre 4 mesi dalla data delle consultazioni. Nonostante il termine fosse scaduto il 5 febbraio scorso ancora non è arrivata alcuna informazione istituzionale da parte del sindaco, quale Ufficiale di Governo, il quale è, forse, preso dall’affrontare il terremoto politico-giudiziario che lo vede molto vicino, se non pienamente coinvolto – almeno in prima battuta dal punto di vista morale -, ai brogli elettorali che hanno determinato un risultato alterato sia nella elezione del primo cittadino sia nella distribuzione dei seggi consiliari.

Al luce dei fatti questi brogli sembrano aver scosso questa maggioranza targata PD la quale in questo 2021 non è riuscita nemmeno a convocare una seduta consiliare per illustrare alla città i motivi dei ritardi del pagamento ai lavoratori elettorali, i motivi per cui ancora la città è invasa dai rifiuti nonostante 6 anni di potere assolutistico, i motivi per cui il sindaco e l’assessore al bilancio hanno mentito sul salvataggio del debito del Comune di Reggio Calabria che ancora oggi ammonta a 399 milioni, quando nel 2012 la Corte dei Conti ne aveva certificati 117, i motivi per cui il sindaco prima annuncia la riduzione della TARI, poi si smentisce durante la discussione nel Senato cittadino del 12 dicembre scorso, annunciando che la TARI si dovrà pagare per intero. Al netto di questi aspetti politici catastrofici, il tempo è scaduto e i cittadini devono avere delle risposte non oltre ogni ragionevole limite temporale.