L’operazione ‘Arangea‘ di questa mattina, che ha portato all’arresto di 12 persone a Reggio Calabria, è la fotografia di una ‘ndrangheta che sottomette il territorio, in modo assoluto e totale. Una ‘ndrangheta che non lascia respiro, asfissiante.
L’indagine ricostruisce però anche equilibri mafiosi attenti a non commettere passi falsi. Diversi esponenti di ‘ndrangheta infatti, secondo le intercettazioni, avevano il timore di essere scoperti e per questo, avvertivano gli altri a non creare ‘allarme sociale‘.
![Reggio, ‘ndrangheta ad Arangea: 12 arresti per associazione mafiosa, estorsione e intestazione fittizia di beni](https://www.citynow.it/wp-content/uploads/2024/05/carabinieri-rc-1-200x200.jpg)
“C’era il timore da parte di un boss di essere denunciato dagli imprenditori. Vi sono esplicite raccomandazioni a non commettere fatti eclatanti per non richiamare l’attenzione delle Forze della Polizia – ha spiegato questa mattina il procuratore della Repubblica di Reggio Calabria – Direzione Distrettuale Antimafia Giovanni Bombardieri nel corso della conferenza stampa – Vi era il timore delle dichiarazioni dei collaboratori di giustizia ed il timore delle dichiarazioni degli imprenditori. E’ emerso dunque un timore da parte dei boss di poter essere scoperti a seguito della denuncia degli stessi cittadini”.
Un dato che fa riflettere e che mette in luce la paura della ‘ndrangheta di fronte all’onestà e al coraggio dei cittadini, stufi di subire soprusi e ingiustizie.
“Questo dato dimostra come gli stessi ‘ndranghetisti hanno paura della denuncia, unico elemento di contrasto e rivolta contro la pressione asfissiante. La denuncia è la vera forza degli imprenditori”.