Reggio, omicidio 1988: l'excursus criminale del killer

Durante la seconda guerra di mafia di Reggio Calabria, l'uomo si è distinto come killer spietato

Zappia Vincenzino, detto “Enzo”, è un personaggio dalla rilevante caratura criminale. Sin da giovane, infatti, è tra le figure più in vista nel panorama criminale reggino che si consacra, in modo particolare, durante la già citata c.d. “Seconda guerra di mafia”. Molto vicino al boss Giuseppe De Stefano, Zappia si è contraddistinto per essere un uomo d’azione, un killer spietato dello schieramento “De Stefaniano”, all’epoca dei fatti contrapposto a quello “Condelliano”.

La carriera di ZAPPIA, attualmente detenuto per altra causa, è ben delineata nell’inchiesta giudiziaria “Il Padrino”, per la quale è stato tratto in arresto nel 2014 insieme ad altri numerosi esponenti delle cosche De Stefano – Tegano, tra loro federate, ad esito della quale veniva condannato alla pena di anni 17 di reclusione per associazione mafiosa.

Ma già in passato altre indagini ne avevano ben tratteggiato il suo profilo delinquenziale. Era stato coinvolto, in particolare, nella ben nota inchiesta “Olimpia”, in conseguenza della quale aveva riportato un condanna ad anni 6 di reclusione per lo stesso tipo di reato.

Più recente (2017), invece, è la sua condanna ad oltre 13 anni di reclusione – indagine “Il Principe” – in quanto riconosciuto colpevole, insieme tra gli altri a Giovanni Maria DE STEFANO, di “[…] un’associazione di tipo mafioso operante in Reggio Calabria e sull’intero territorio nazionale”.