Mancata costituzione parte civile Miramare, Ripepi: 'Squillaci assente perché ha da fare'

"Insieme alla Commissione Controllo e Garanzia continueremo l'ispezione e vedremo di chi è la responsabilità". Le parole del consigliere comunale

Perché il Comune di Reggio Calabria non si è costituto parte civile nel processo Miramare? È la domanda che in molti, fra cittadini ed istituzioni, si sono posti, ed alla quale cerca di dare una risposta la Commissione consiliare Controllo e Garanzia che, per venire a capo della vicenda ha, diverse volte, convocato il dirigente del Settore Avvocatura Civica.

L’avv. Squillaci non si è mai presentata, ma ha fatto pervenire al presidente Ripepi una lettera in cui spiega la situazione e le motivazioni che l’hanno spinta a disertare le convocazioni in Commissione. Per illustrare al meglio l’intera vicenda il consigliere di opposizione ha convocato una conferenza stampa.

Ripepi sulla mancata costituzione di parte civile del Comune nel caso Miramare

“Abbiamo convocato questa conferenza per dire ai cittadini cose importantissime – ha detto Massimo Ripepi alla stampa locale presente a palazzo San Giorgio. Non è facile trovare le parole giuste per descrivere ciò che avviene all’interno di questo palazzo, ma ci proverò.

Per capire tutta la dinamica di “costituzione di parte civile dell’Ente” ho chiamato la dirigente avv. Fedora Squillaci. Sia chiaro che i dirigenti devono venire in Commissione, non possono scegliere di non farlo. Ovviamente possono avere un problema un giorno e presentarsi successivamente. Bene, noi abbiamo convocato ben 4 volte la dirigente che, nella giornata di ieri, ci ha inviato una lettera per giustificarsi delle assenze precedenti, con 20 giorni di ritardo”.

Nei giorni scorsi, infatti, il Presidente della Commissione Controllo e Garanzia non era stato l’unico a porre i riflettori sulla vicenda. Anche il consigliere di opposizione Filomena Iatì si era soffermata sul caso cercando di rendere partecipi i cittadini di quanto accade fra le mura della casa del Comune.

La responsabilità del Dirigente e del Capo di Gabinetto

“Io ed i consiglieri di maggioranza e opposizione facenti parte della Commissione – ha aggiunto Ripepi – avremmo voluto porre alla dirigente diverse domande, alle quali lei ha risposto senza neanche conoscerle.

Secondo quanto emerge dalla lettera, l’Ente non si è costituto parte civile perché hanno pochi avvocati. Fra le righe, si legge, inoltre, che dal 2018 in poi in concomitanza e concordatamente all’amministrazione, la costituzione di parte civile spetta al capo gabinetto, il quale ha il potere decisionale. L’avv. Squillaci, dunque, scarica la responsabilità al braccio destro del sindaco”.

Ripepi sottolinea, inoltre, la gravità della mancata costituzione dell’Ente in riferimento, in particolar modo, ai fondi che sarebbero potuti pervenire, a questo punto, nelle casse comunali:

“Questa decisione causa un danno erariale inimmaginabile alla città. Ci sono in ballo soldi che il Comune non prenderà.

E la cosa ancora più grave è che vengano utilizzati due pesi e due misure per i casi di costituzione di parte civile. Abbiamo scoperto, infatti, che l’Ente non si è costituito per il processo Miramare, né lo ha fatto per il caso che ha visto imputata la dirigente Spanò, casualmente mamma dell’amico di Peppe Falcomatà che è capo di gabinetto alla Città Metropolitana Francesco Dattola.

Dunque il Comune non si costituisce parte civile nei casi che coinvolgono amministratori e dirigenti, ma lo fa, invece, quando ad essere imputati sono i dipendenti, un caso potrebbe essere quello relativo ai vigili urbani, o ancora contro i cittadini, prendiamo ad esempio il caso di un abuso edilizio”.

Sulla replica dell’avv. Squillaci, Ripepi ha aggiunto:

“Se il primo cittadino si trovava in un conflitto di interesse, essendo lui stesso imputato, l’avv. che ha la delega avrebbe dovuto costituirsi parte civile così come fatto in altro casi. Io ammiro e stimo Squillaci per il grande lavoro che ha sempre fatto ma, con questa lettera, non fa altro che scaricare la responsabilità. Adesso, l’autorità giudiziaria valuterà anche i risvolti penali di questa vicenda. A prescindere da tutto, comunque, la situazione rimane gravissima perché un dirigente ha disertato la convocazione in commissione “perché ha da fare””.

Il codice etico e la discrezionalità

La costituzione di parte civile da parte dell’Ente non è un obbligo. Lo ha chiarito il consigliere di “Cambiamo”, che ha anche sottolineato come il codice etico siglato negli anni passati “per questa amministrazione valga meno della carta igienica”. 

“La discrezionalità sulla costituzione di parte civile è del sindaco o di chi da lui delegato. Nello specifico caso del processo Miramare, il primo cittadino avrebbe potuto passare la decisione al consiglio comunale, ma tutto questo non è stato mai fatto. La “scusa” del dirigente è che l’azione civile si potrà intraprendere anche dopo. Questo vorrà dire che anziché avere i soldi dopo 7 anni, si avranno dopo 20-25.

È un peccato – ha concluso Ripepi – che gli amministratori, che dovrebbero essere d’esempio, facciano invece tutt’altro. Io, insieme alla Commissione da me presieduta, continuerò la mia azione di ispezione e andremo a vedere tutti i passaggi di questa triste vicenda per scoperchiare le enormi responsabilità fino ad ora ignorate”.