Reggio, rimossi i manifesti Pro Vita: la replica al sindaco Falcomatà

L'associazione Pro Vita minaccia di portare il sindaco in tribunale per "dare spiegazioni sull'intolleranza ideologica"

In seguito alla presa di posizione del sindaco di Reggio Calabria, sui manifesti affissi in alcune postazioni della città, riguardanti l’aborto, ed alla loro successiva rimozione, Pro Vita ha risposto con una lettera indirizzata al primo cittadino.

La lettera di Pro Vita al sindaco Falcomatà

“Caro sindaco Giuseppe Falcomatà, noi possiamo immaginare che i suoi modelli di riferimento siano la Corea comunista, la Cina e magari la ex Unione Sovietica ma l’Italia non è uno Stato totalitario! Anche se a lei la cosa pare non piaccia perché probabilmente preferirebbe la “dittatura del proletariato”, l’Italia è una repubblica democratica che nella sua Costituzione sancisce la libertà di espressione e tutela il pluralismo delle idee.

Lei arbitrariamente ha fatto coprire i nostri manifesti come nei migliori regimi totalitari, non curante che gli stessi siano stati regolarmente affissi con tanto di bollo comunale e che, per sua ammissione, la censura non era praticabile.

Ebbene lo ha fatto ugualmente ergendosi sopra le regole democratiche, ma caro sindaco di cosa ha paura? Che le donne sia informate su cosa sia l’aborto?

In ogni caso certamente non potrà fermare il nostro impegno a favore della vita come non potrà fermare le ormai migliaia di condivisioni sui vari social tanto che ormai il nostro manifesto e il suo messaggio pro-vita sono sulla bocca e sui cellulari di tutti!

Il suo è grave atto e noi saremo sempre dalla parte delle donne e a difesa della vita!

Ci vedremo presto in Tribunale, quando dovrà spiegare le ragioni della sua intolleranza ideologica! Magari, caro sindaco, a sua difesa chiederà al magistrato di mandare tutti i pro-life e coloro che la pensano diversamente da lei al confino o in un gulag?”.