Reggio, sigilli a un Gazebo sul Corso. I titolari: 'Non vogliamo mandare dipendenti a casa'

L'amarezza dei titolari di Yogù: "Da quando ci è stato chiuso il gazebo, abbiamo avuto il 70% in meno di incassi. Come faremo?"

Gazebo sul corso Garibaldi, nei giorni scorsi controlli a tappeto della Polizia Locale. Le verifiche sono state effettuate nei confronti delle attività che ancora hanno strutture impattanti sul suolo pubblico, dopo che la determina dell’amministrazione comunale di circa 10 giorni fa ne disponeva invece la rimozione.

Nel tardo pomeriggio di lunedi scorso, la Polizia Locale (come da determina dell’amministrazione comunale) ha posto i sigilli nei confronti dei gazebo esterni di due attività, vale a dire ‘Yogu’ ed ‘Ett0’, stesso discorso nella giornata di ieri anche per lo storico gazebo del ‘Cordon Bleu’.

Comprensibile l’amarezza dei titolari delle attività, che sino ad oggi avevano mantenuto i gazebo sul Corso Garibaldi, sperando in novità positive che invece non sono arrivate.

Almeno per il momento, è salva dai sigilli l’attività ‘C-Box’ che nei giorni scorsi aveva presentato un ricorso al Tar, ottenendo la momentanea sospensiva dal Tribunale Amministrativo. I titolari, convinti della regolarità del proprio operato, hanno optato per questa scelta, con il giudice che si esprimerà in merito nelle prossime settimane.

Ai microfoni di CityNow, l’amarezza dei titolari di Yogù.

“Noi siamo sempre stati autorizzati per il suolo pubblico dal 2018 al 2022, nel 2023 non è stato possibile per un problema alla piattaforma che ci impediva di caricare la domanda. Non c’è stato confronto e dialogo, non è stato possibile spiegare all’amministrazione comunale le nostre esigenze.

I vigili hanno sempre fatto controlli ed era tutto in regola, non capiamo come mai adesso all’improvviso tutta questa durezza. I gazebo secondo noi aiutano il commercio, il turismo e anche i reggini. Da quando ci è stato chiuso il gazebo, abbiamo avuto il 70% in meno di incassi. Come faremo ad andare avanti?”.

L’amministrazione comunale ha parlato di ripristino di decoro e legalità rispetto alla scelta di far rimuovere gazebo e strutture impattanti, Angela Amodeo di Yogù la pensa diversamente.

“Ripristino decoro? Non penso che sedie e tavolini sparsi sul Corso siano più decorosi. Peraltro perché questa decisione riguarda noi titolari di attività sul Corso Garibaldi e non le altre zone di Reggio? Anche una traversa sopra o sotto il Corso, il gazebo si può tenere. Non capiamo…

Reggio Calabria è una città ventosa. Chi amministra dovrebbe conoscere mentalità dei reggini, che non sono abituati a stare all’aperto soprattutto durante i mesi invernali”, le parole dell’imprenditrice reggina.

I titolari dell’attività sul Corso Garibaldi evidenziano della scarsa attitudine turistica di Reggio.

“La nostra città non vive di turismo, solo per 15 giorni ad agosto c’è un vero turismo, negli altri 350 giorni le nostre attività vivono grazie ai reggini. Dopo 12 anni non vogliamo chiudere un’attività o mandare dipendenti a casa.

Il Comune parla di confronto con Roma o Parigi, realtà diversissime da Reggio, loro hanno milioni di turisti ogni anno, noi no. Si poteva trovare un compromesso, una soluzione (magari lo stesso colore e tipo di gazebo per tutti) e ci saremmo sicuramente adeguati. Non capiamo la linea cosi rigorosa dell’assessore Martino”, concludono le due imprenditrici.