Reggio - L'appello di Angela per il figlio Matteo: "L'Asp non paga per le cure, aiutateci"

"Siamo stati costretti a vendere anche l’oro di casa, persino i regali di battesimo ricevuti da Matteo. Adesso non ce la facciamo più, dall'Asp solo silenzio", il grido disperato di Angela Villani

E’ scesa in piazza per rivendicare il diritto per il figlio di essere curato. La signora Angela Villani, mamma del piccolo Matteo, bimbo autistico di 6 anni, quest’oggi ha presenziato a Piazza Italia per denunciare le inadempienze dell’Asp, condannata dal Tribunale di Reggio Calabria al pagamento delle spese per le terapie del figlio.

Ad oggi, l’Azienda sanitaria provinciale non ha provveduto ad ottemperare la sentenza né i vertici aziendali hanno mai incontrato i genitori di Matteo nonostante le continue sollecitazioni.

“Mio figlio non sta chiedendo un favore, mio figlio ha diritto ad essere curato e l’Asp deve provvedere.

Nessuno ci ha mai ricevuti, neanche dopo le sollecitazioni del garante regionale per l’infanzia, Antonio Marziale, abbiamo registrato alcun segnale. Oggi, però io e la mia famiglia diciamo “basta” a tutto questo. Mio figlio deve essere curato”, le parole di Angela.

Particolarmente toccante e drammatico il racconto di come la famiglia ha dovuto provvedere alle spese per le cure, che ammontano a 40 euro l’ora.  Cure che se interrotte, farebbe perdere a Matteo tutti i progressi conseguiti.

“In tutti questi anni ci siamo dissanguati. Ci siamo venduti tutto, pure l’oro del suo battesimo. Ci hanno aiutato amici, parenti, tantissime persone, ma adesso non possiamo più neanche chiedere aiuto. C’è una sentenza e va rispettata. Se noi genitori non possiamo credere più nella legge che cosa dobbiamo fare?

Durante la protesta, mamma Angela è stata ricevuta da un funzionario prefettizio e ha ricevuto rassicurazioni, sul fronte dell’interlocuzione con i commissari straordinari dell’Asp.

“Ho riscontrato sensibilità da parte della Prefettura. Sono contenta, ma non sarò soddisfatta fino a quando mio figlio non riceverà le terapie.

Mi hanno assicurato che intavoleranno un dialogo con l’Asp, ma in settimana continuerò anche io a recarmi presso gli uffici per chiedere delucidazioni. Non mollo e non posso mollare sino a quando la situazione non si risolverà, non possiamo permettercelo”, le parole disperate di Angela.

foto di Santo Federico