Reggio, omicidio Cartisano. Bombardieri: 'Killer incastrato dalle tracce ematiche. Pronto un nuovo gruppo investigativo...'

Solo la tecnologia non ha portato finora alla ricostruzione dell'omicidio

Ristobottega

Caparbietà investigativa e utilizzo delle più moderne tecnologie d’indagine.

Sono stati questi gli elementi che hanno consentito all’Arma dei Carabinieri di Reggio Calabria di far luce su uno dei delitti più efferati degli anni ’80 nell’ambito della seconda guerra di ‘ndrangheta, un periodo buio che ancora oggi domina le scelte della criminalità organizzata dell’intera provincia reggina.

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Durante la conferenza stampa di questa mattina presso il Comando Provinciale di Reggio Calabria il dott. Giovanni Bombardieri ha spiegato i dettagli dell’operazione:

“Si tratta di un solo fatto di sangue che ha visto vittima Giuseppe Cartisano il 22 aprile del 1988. Le indagini di oggi testimoniano l’impegno della Procura e delle Forza di Polizia a non lasciare niente di intentato durante i fatti della seconda guerra di ‘ndrangheta”.

Un’indagine fortemente voluta dal procuratore Walter Ignazzitto che è riuscito, nel valutare in un altro procedimento le dichiarazioni di più collaboratori, a recuperare gli atti di questo procedimento mettendo insieme tutti i fatti risalendo così a Vincenzino Zappia, uno dei killer più spietati della seconda guerra di mafia che portò ad oltre 700 morti.

“L’attenzione investigativa ha consentito di recuperare un reperto ematico che era stato all’epoca raccolto dai Carabinieri e a seguito dell’accertamento tecnico è risultato essere sangue del Zappia”.

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I collaboratori descrivevano inoltre l’omicidio in modo puntuale e preciso.

Vincenzino Zappia era rimasto ferito durante lo scontro a fuoco. Oggi si certifica la presenza del suo sangue che ci dà riscontro effettivo di quanto già raccolto dai collaboratori”.

Quella sera era stato tutto deciso in poco tempo. Il Cartisano era stato visto all’interno del bar di piazza De Nava. Zappia prendeva le armi ad Archi decidendo così di intervenire.

“La ricostruzione è stata puntuale e meticolosa ed il dott. Ignazzitto ha ricostruito tutte le indicazioni e le dichiarazioni incrociandole e verificandole ottenendo poi, grazie al sopralluogo dell’epoca, riscontri effettivi. L’attenzione investigativa ha portato alla responsabilità dello Zappia concludendo come lo stesso sia, per la Procura della Repubblica, il secondo uomo che partecipò all’omicidio di Cartisano il 22 aprile del 1988″.

Infine un’importante dichiarazione da parte del procuratore Bombardieri.

“Stiamo creando un gruppo di lavoro che si occupi dei tanti omicidi irrisolti per verificare e rielaborare tutti gli elementi in possesso che devono essere rivisti alla luce delle nuove tecnologie disponibili”.