Reggio, riproposta idea progettuale futuristica per il rilancio della città

Il progetto coinvolge lo stabilimento di Torre Lupo, Hitachi, le Grandi Officine di Saline e l’aeroporto

Prendendo spunto dall’esigenza manifestata pubblicamente nei giorni scorsi dall’Hitachi di eseguire a breve importanti lavori di ristrutturazione dello stabilimento di Torre Lupo, e complimentandosi con l’on Francesco CANNIZZARO per la sua lodevole ed apprezzata iniziativa in favore dell’aeroporto Tito Minniti, il dott. Alberto PORCELLI, supportato da altri amici che hanno molto a cuore le sorti della città, ha riproposto ad un gruppo numeroso di attenti rotariani, una vecchia idea progettuale che da tempo era in elaborazione pensando alle possibilità di sviluppo futuro ed al rilancio in grande sia dell’Hitachi che del contiguo Aeroporto.

L’ipotesi progettuale così come  condivisa dall’ing. Filippo MALTESE, e virtualmente realizzata assieme all’arch. Luciano ZINGALE è stata illustrata ai presenti dal dott. Alberto PORCELLI, originario fautore e strenuo sostenitore dell’idea il quale, sempre più convinto sia della fattibilità che della utilità allo sviluppo della città, ha enumerato tutti gli aspetti positivi che a suo giudizio dovrebbero indurre i politici lungimiranti, che hanno a cuore lo sorti della città, di sposare in toto l’idea

All’incontro fra gli altri era presente anche  il prof. Michele BUONSANTI, pilota ed istruttore di sicurezza del volo presso A.M. ed AECI, oltre che componente ENAC Flight Safety ed in atto   Presidente della commissione sicurezza volo AECI/ENAC per il volo turistico e VdS, il quale, nel suo apprezzato e competente intervento ha segnalato alcune delle criticità dell’attuale scalo sia in tema di sicurezza che di atterraggio e decollo degli aeromobili, manifestando un vivo interesse per l’iniziativa, invitando i promotori affinché vengano coordinate le operazioni a medio e lungo termine con quelle a breve che, se istituite male affosserebbero ancora di più il già carente “Tito Minniti”, definendo altresì l’idea molto interessante e che finalmente si parli in grande.

Consapevoli di tale complessa situazione da tempo era stato predisposto uno studio di fattibilità e l’idea è stata sempre accolta favorevolmente da quanti ne sono venuti a conoscenza, mentre le istituzioni, più volte interessate, non sempre hanno dimostrato la dovuta  attenzione al problema lasciando che tutto continuasse a muoversi nel consueto solco tracciato ormai da lungo tempo.

I fautori dell’idea progettuale sono sempre stati e oggi lo sono ancor di più, fermamente convinti che le Officine ex OMECA, oggi Hitachi, in questo particolare momento di evidente successo, non debbano essere compresse, limitate o condizionate, ma al contrario devono guardare molto lontano e pensare ad ampliamenti degli stabilimenti produttivi non condizionati o limitati, ma invece liberi di potersi sviluppare nell’area circostante dando contestuale incremento ad un indotto certamente utile all’economia locale. Ed in questo momento alla gloriosa azienda non è possibile.

E proprio in questa ottica, e pensando in grande, si è ipotizzato l’acquisto da parte della città Metropolitana o di altri enti pubblici locali disponibili all’acquisto (come avvenuto in passato per la sede dell’ex compartimento FFSS), dello stabilimento Grandi Officine di Saline, messo in vendita dalle FFSS da circa 10 anni ma senza alcun successo, e ciò al fine di poterlo offrire gratuitamente all’HITACHI per il suo trasferimento in quel sito, in cambio del rilascio dell’odierna, compressa ed asfittica sede di Torre Lupo, non disdegnando eventuali benefit giustificati dalla notevole ricaduta che avrebbe sul territorio questa sorta di permuta.

Naturalmente ciò non penalizzerebbe in alcun modo le maestranze Hitachi in quanto le stesse potrebbero continuare a raggiungere l’area di parcheggio di Torre Lupo, da dove un apposito trenino li porterebbe in poco tempo a Saline Joniche, e viceversa, senza assoggettarsi al traffico giornaliero della SS106.

Questa iniziativa, se accolta, consentirebbe alla società non di ristrutturare un sito privo di qualsiasi possibilità di ampliamento e di sviluppo futuro, ma di attrezzare una nuova sede secondo standard di ultimissima generazione, tali da consentire nel breve periodo un rilancio in grande della produzione, utilizzando ai fini della spedizione non più il lontano porto di Gioia Tauro ma il vicino porto di Saline, che per tale fine potrebbe essere rivitalizzato ed adeguatamente attrezzato, servendosi altresì dell’esistente  raccordo ferroviario, non dimenticando il notevole incremento delle unità lavorative.

Nel contempo la vecchia sede di Torre Lupo, ceduta alla città Metropolitana, potrà essere riconvertita in Aerostazione, magari con l’impiego di finanziamenti che certamente i nostri politici riusciranno ad ottenere, ottenendo così l’incommensurabile vantaggio di poter disporre di una stazione ferroviaria quasi all’interno della stessa aerostazione, che costituirebbe un’esclusiva nel panorama aeroportuale.

La nuova aerostazione, a differenza di quella esistente, potrebbe godere ancora di un accesso diretto automobilistico dalla Superstrada attraverso le aste poste all’interno del torrente Sant’Agata, in gran parte realizzate e potrebbe disporre di un parcheggio a più piani, dieci volte più grande di quello attuale, attestato oltre che sul torrente anche sul viale Aldo Moro da dove si avrebbe un ulteriore accesso da e per la città.

Parimenti si potrebbe creare un approdo dal mare per i mezzi navali diretti provenienti da Messina o da Taormina o dalle isola Eolie, da collocare in zona protetta, cioè nella parte terminale del torrente S. Agata dove potrebbe essere creato un porto canale che risentirebbe solo in minima parte degli effetti del mare aperto, con approdo posto quasi all’interno dell’area aeroportuale.

I nuovi locali dell’aerostazione, opportunamente adeguati alla legge vigente sismica, senza impedimenti derivanti dalla presenza di viaggiatori, nel complesso consentirebbero un maggiore e più agevole sviluppo sia dei servizi aeroportuali che delle attività commerciali, mentre aumenterebbero notevolmente le aree di sosta per gli aeromobili in transito, i quali in fase di atterraggio, una volta raggiunto il fine corsa, non avrebbero più la necessità di ritornare a metà pista per lo sbarco dei passeggeri ma potrebbero raggiungere la nuova e più ampia area di sbarco allocata tra le due piste esistenti.

Tutto questo in un’ottica lungimirante e di grande respiro, pensando ad un aeroporto moderno il quale godrebbe del vantaggio incommensurabile e cioè di poter essere raggiunto facilmente e senza pericolo di ritardi per traffico stradale, utilizzando il treno proveniente sia dalla Tirrenica, sia dalla Jonica che in poco tempo porterebbe i passeggeri all’interno dell’aerostazione.

Senza tralasciare che dopo il trasferimento nei nuovi locali, l’attuale edificio di via Ravagnese, oggi difficilmente raggiungibile, potrebbe essere riconvertita, in Albergo, in un Centro Commerciale, in un Centro Congressi, e essere destinato altresì, anche ad ospitare attività connesse al futuro trasporto aereo delle merci.

E’ di tutta evidenza che la programmazione non deve guardare solo al breve periodo ma piuttosto al medio e lungo termine e ciò al fine di non precludere alcuna possibilità di sviluppo all’aeroporto, che al contrario rimarrebbe, a parere di molti, affossato ancora per molti decenni.

Nell’articolato e partecipato dibattito che ha fatto seguito all’illustrazione del dott. PORCELLI, supportata da immagini predisposte e proiettate dal dott. Giovanni Maria PORCELLI e ing. Filippo MALTESE, sono intervenuti per dare il loro convinto contributo il dott. Giuseppe FRANCO, il prof Giuseppe BOMBINO, il dott. Giuseppe BOVA, il dott. Domenico BERTI, il Prof. Corrado TROMBETTA. il dott. Riccardo SANTACROCE, il dott. Francesco FRAGOMENI ed il Prof. Alfredo FOCA’.

Tutti hanno manifestato il loro plauso all’idea e grande interesse, auspicando nel contempo il favorevole accoglimento da parte della politica, nella speranza che tutti siano in grado di creare i presupposti e le condizioni per la concreta realizzazione, e nel manifestare vivo corale apprezzamento  per le attività svolte sin oggi dall’HITACHI, sono stati sollecitati i promotori dell’iniziativa a volersi attivare al più presto per promuovere un incontro oltre che con il Sindaco della città Metropolitana cui saranno consegnate le ipotesi avanzate  anche con i responsabili della stessa HITACHI, precisando che  l’idea non è certamente quella di frapporre difficoltà ma solo di promuovere un sviluppo futuro dell’azienda in una prospettiva di grande respiro.

In particolare non verrebbe condizionato di molto il progetto presentato dalla SACAL e dall’on. CANNIZZARO, in quanto molto degli interventi non interferiscono con l’odierna proposta, fatta eccezione per l’intervento sull’aerostazione che dovrebbe essere sospeso e rimodulato per la riqualificazione ed adeguamento dell’ex officina OMECA, da operare in piena libertà, cioè senza la contemporanea presenza di passeggeri o altro personale, in un’ottica di grande respiro finalizzata ad ottenere risultati molto più ottimali e redditizi con la medesima spesa.