Regionali, il seggio di Falcomatà a rischio? Pronto il ricorso del vicesindaco di Catanzaro
La soglia del 4% e il calcolo dei resti Pd possono cambiare la composizione del Consiglio regionale. Due i rischi per Falcomatà: uno legato a Noi Moderati, l’altro ai residui Pd tra Centro e Sud. Decisiva la Corte d’Appello. Tutti gli scenari
10 Ottobre 2025 - 19:15 | di Pasquale Romano

Rimanendo in tema calcistico, considerata la metafora utilizzata da Giuseppe Falcomatà il giorno dopo l’elezione a consigliere regionale (“Come un gol realizzato a tempo scaduto”) potremmo dire che la rete deve ancora passare al vaglio del Var.
La partita dei seggi infatti non è ancora ufficialmente chiusa. I numeri pubblicati su Eligendo indicano una ripartizione, ma l’interpretazione della legge elettorale e i verbali dei tribunali possono riscrivere la mappa del Consiglio regionale. In mezzo a questo incrocio di norme e calcoli c’è un nome pesante: Giuseppe Falcomatà. Il sindaco di Reggio Calabria oggi è eletto nel Pd Collegio Sud. Ma corre due rischi distinti.
La soglia del 4% e il problema del denominatore
Il primo nodo da sciogliere è come si calcola il 4% per le liste. Oggi Eligendo mostra Noi Moderati al 4,03% con 30.613 voti. La percentuale è stata ottenuta dividendo i voti di lista per il totale dei voti alle liste (759.004).
C’è però un’altra interpretazione della legge che -secondo alcuni addetti ai lavori- avrebbe ‘fondate basi di giurisprudenza’ a sostegno: il 4% andrebbe calcolato sul totale dei voti validi regionali, cioè anche sommando i voti dati solo al candidato presidente. In questo caso il denominatore diventa 792.731. Con questa base (30.613 / 792.731) Noi Moderati scendere al 3,86% circa e sarebbe quindi sotto soglia.

Se passasse questa interpretazione, Noi Moderati non avrebbe diritto ai due seggi oggi indicati (Vito Pitaro nel Centro e Riccardo Rosa nel Nord). Le liste che superano la soglia scenderebbero a 9: quattro nel centrodestra e cinque nel centrosinistra.
Gli effetti a catena: chi entra e chi esce
L’esclusione di Noi Moderati riaprirebbe il conteggio tra premio di maggioranza e resti circoscrizionali.
- Nel Centro entrerebbe il primo dei non eletti di Occhiuto Presidente, Michele Comito (6.445 preferenze).
- Nel Sud la Lega otterrebbe un secondo seggio: dentro Franco Sarica (7.180 preferenze).
Di conseguenza cambierebbe anche l’equilibrio nel Pd: il quarto seggio dem si sposterebbe dal Sud al Centro in base ai resti più alti. Qui entra in ballo il sindaco Giuseppe Falcomatà.
Il caso Falcomatà: due rischi distinti
1) Scenario “Noi Moderati sotto il 4%”
Con il ricalcolo senza Noi Moderati, il Pd del Collegio Sud perderebbe il seggio di Falcomatà a favore del Pd del Centro. Il posto oggi attribuito a Giuseppe Falcomatà andrebbe a Giusy Iemma (seconda nel Centro). Per il sindaco sarebbe una beffa.
2) Scenario “residui Pd”, anche senza toccare Noi Moderati
C’è un secondo rischio per Falcomatà, diverso dal precedente e indipendente dalla soglia del 4% di Noi Moderati. Riguarda solo il confronto dei resti Pd tra Centro (Catanzaro) e Sud (Reggio) dopo il lavorìo dei verbali.
- Dati attuali:
- Pd Centro: 36.362 voti, residuo 35,8%
- Pd Sud: 33.690 voti, residuo 36,8%

Se dopo i controlli e la definitiva ufficialità della cifra elettorale del Pd -o dopo un eventuale ricorso della stessa vice sindaca di Catanzaro- la lista dem del Collegio Centro ottenesse almeno 260 voti in più (o, in alternativa, se il Pd Collegio Sud perdesse almeno 250 voti), il residuo Pd Centro salirebbe sopra quello del Pd Sud.
In questo caso il seggio “di resto” passerebbe al Centro: anche con questa ipotesi, Iemma dentro, Falcomatà fuori. È un’eventualità che dipende solo dalla trascrizione e verifica dei verbali e da eventuali ricorsi successivi.

Cosa dice la legge e cosa succede adesso
L’art. 15 della L.R. 1/2005 regola le operazioni degli Uffici centrali circoscrizionali: riesame delle schede contestate, decisione su reclami, determinazione delle cifre elettorali e dei seggi di lista. Ultimati i lavori, gli atti confluiscono alla Corte d’Appello, che proclama gli eletti sulla base dei verbali dei tribunali.
I passaggi chiave delle prossime settimane:
- Trascrizione dei verbali di tutte le sezioni da parte dei tribunali e trasmissione alla Prefettura.
- Corte d’Appello: verifica, scioglimento dei nodi su soglia, resti, seggi residui, e proclamazione.
- Chi resterà escluso potrà presentare ricorso nei termini di legge (indicativamente 30 giorni dalla proclamazione).
Perché è una partita politica pesante
La diversa lettura della soglia del 4% e il duello sui resti Pd sono tecnicismi ma che in modo diretto spostano seggi reali e ridefiniscono gli equilibri in maggioranza e opposizione.
Per il centrodestra significherebbe, in caso di esclusione di Noi Moderati, rafforzare Lega e lista del presidente. Per il centrosinistra, la contesa Falcomatà–Iemma può cambiare volto e guida della rappresentanza dem tra Reggio e Catanzaro.
Il tutto con un esito molto atteso in riva allo Stretto. Per Falcomatà, anche alla luce della situazione interna al Pd reggino, la perdita del seggio sarebbe clamorosa. L’esito finale dipende dalle decisioni della Corte d’Appello sui verbali e dall’eventuale applicazione del calcolo sul totale dei voti validi.
Dati principali (Eligendo, Ministero dell’Interno)
Centrodestra
- Forza Italia 136.501 voti – 17,98% – 7 seggi
- Occhiuto Presidente 94.030 – 12,39% – 4 seggi
- Fratelli d’Italia 88.335 – 11,64% – 4 seggi
- Lega 71.381 – 9,40% – 3 seggi
- Noi Moderati 30.613 – 4,03% (ma 3,86% se si usa il totale dei voti validi, includendo i soli voti al presidente)
Centrosinistra
Partito Democratico – 103.119 voti – 13,59% – 4 seggi
Tridico Presidente – 57.813 voti – 7,62% – 2 seggi
Movimento 5 Stelle 2050 – 48.775 voti – 6,43% – 1 seggio
Democratici Progressisti – Tridico – 39.727 voti – 5,23% – 1 seggio
Casa Riformista – Per la Calabria – Italia Viva – 33.529 voti – 4,42% – 1 seggio
