Bernini all’UniCal: ‘Prevenzione, ricerca e formazione sono le chiavi per il futuro del Paese’
La Ministra ha inaugurato, a Rende, la Settimana nazionale della Protezione civile 2025
10 Ottobre 2025 - 06:39 | Comunicato Stampa

“La ricerca non è una spesa, è un investimento sul futuro ed è un grande elemento di supporto per la protezione civile, che non è solo protezione ma anche prevenzione.
Noi abbiamo messo sulla ricerca un miliardo e mezzo circa, 436 milioni di fondi italiani per la scienza e credo 90 e rotti milioni di euro per le infrastrutture. Il fondo di finanziamento ordinario, che comprende anche la ricerca, quest’anno è aumentato di 336 milioni rispetto all’anno scorso”.
Lo ha dichiarato la ministra dell’Università e della Ricerca Anna Maria Bernini, intervenendo all’Università della Calabria di Rende (Cosenza) in occasione dell’iniziativa inaugurale della Settimana nazionale della Protezione civile 2025, alla quale hanno partecipato anche il capo della Protezione civile Fabio Ciciliano e il rettore Nicola Leone.
Bernini: “Ricerca e prevenzione, binomio indispensabile per un Paese fragile”

“Noi viviamo in un Paese meraviglioso, stupendo, ma fragilissimo, dove abbiamo molti rischi che possiamo non solamente tentare di comprimere e supportare nel momento in cui si manifestano, ma soprattutto prevenire e contenere.
Quindi prevenzione o diagnosi precoce di rischi come frane, alluvioni e, purtroppo, terremoti.
La forza della protezione civile è avere un grande aggancio con la ricerca, che consente di comprendere prima, magari predisporre strumenti che facciano impattare meno o addirittura evitino eventi traumatici che purtroppo sono parte di questa meravigliosa, bellissima, ma fragilissima Italia”.
Formazione e responsabilità: “I docenti siano i primi a dare l’esempio”
“L’invito ai comportamenti responsabili è rivolto a tutti, anche a me stessa.
Mi attendo, come formatrice, come organizzatrice di un gruppo di formatori, un comportamento responsabile.
I primi a essere responsabili devono essere i docenti. Gli studenti, a volte, possono permettersi di non conoscere le cose, ma i docenti, il ministro, devono essere responsabili, devono orientare, devono avere la capacità e la forza di spiegare le cose come stanno, non dare mai nulla per scontato”.
“Dobbiamo spiegare alle studentesse e agli studenti che stiamo vivendo un tempo complicato ma bellissimo, in cui li stiamo formando per competenze, mestieri e lavori che ancora non esistono, con tecnologie che si formano strada facendo.
Dobbiamo essere noi stessi, per primi, elastici e flessibili, capaci di orientare e dire loro la verità, di spiegare, per quanto ne possiamo sapere noi stessi, il mondo che li aspetta.
Essere soprattutto multidisciplinari e capaci di intrattenere relazioni con il mondo. Questa è la prospettiva giusta e nessuno meglio della protezione civile può essere partner di questo orientamento”.
Fonte: Ansa Calabria