Servizi per la salute mentale, lettera al Commissario Longo: ‘Mancano strutture e specialisti’

"Non c'è ripresa senza salute mentale". La lettera della consigliera "Unione Nazionale Associazioni Salute Mentale" al commissario per la sanità in Calabria

Longo Guido

Riceviamo e pubblichiamo la lettera di Immacolata Cassalia, rappresentante legale dell’Ass.ne di Coesione Internazionale Insieme per la Disabilità, altresì, la Consigliera Nazionale dell’Ass.ne UNASAM (Unione Nazionale Associazioni Salute Mentale) con l’incarico di Coordinatrice per la Regione Calabria.

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Servizi per la salute mentale: la lettera al Commissario Longo

“Egregio Commissario ad acta Guido Longo,

In questo periodo non agevole per le persone che esprimono una fragilità di salute mentale causa pandemia, in collaborazione con la sottosegretaria Sandra Zampa e con il benestare del ministro della Salute Roberto Speranza s’è costituito un tavolo tecnico: salute mentale cui noi facciamo parte come promotori di riforme per il miglioramento dei servizi fin ora depauperati da restringimenti, linee guida e da risorse che non favoriscono l’incontro tra domanda e l’offerta a partire a fare conoscere i servizi ed eliminando gli ostacoli che ancora oggi esistono, investendo sul bisogno inteso come potenziamento dei servizi di cura e di assistenza per le persone con condizione di salute mentale.

Molti cittadini hanno contatti con le strutture che si occupano di salute mentale e da sostanze, la Calabria è l’unica regione ramificata nella comunità, priva di strutture verso la ripresa. Mancano gli specialisti si contano pochi psichiatri, psicologi, assistenti sociali, infermieri nei dipartimenti di salute mentale per ogni 100 mila abitanti. Le persone in contatto con i dipartimenti richiedendo assistenza hanno risposta solo il 55% del fabbisogno assistenziale. Bisogna porre attenzione, il benessere psicologico che deve ottenere una traduzione concreta, lo afferma anche l’Organizzazione Mondiale della sanità: “Non c’è ripresa senza Salute Mentale”.

La Calabria da questi mesi di pandemia è molto provata, la popolazione non è mai stata sottoposta a tali condizioni, l’isolamento, la detenzione e l’emergenza hanno fatto affiorare maggiori criticità non controllate con reazioni individuali e collettive. Riuscire a intervenire su questi aspetti di maggiore criticità nei nostri sistemi sociali e sanitari che sono venuti in osservazione, è uno degli aspetti che ci poniamo con una proposta di delibera per la costruzione di un Osservatorio della Salute Mentale Regionale, un organismo che può ridare quell’energia sia umana che strumentale alla rete dei servizi impoverita nel corso degli ultimi anni. Le strutture, da anni, dimostrano massima vulnerabilità vanno riprogrammate l’affermano i numerosi esposti dei famigliari, la concentrazione del malessere in questi luoghi crea una sofferenza maggiore. Le inadeguatezze delle residenze stanno nella concentrazione della patologia e sul medico, che nonostante le buone intenzioni portano solo a un costo dispendioso e non attività verso l’inserimento nella società, quindi rimarcano l’espressione di contenitori perenni e distributori farmacologici che depauperano di risorse economiche il sistema sanitario, risorse che dovrebbero essere utilizzate all’abitare, all’autonomia della persona, a progetti d’inserimento lavorativo, cioè aiutare le persone con condizione di sofferenza mentale a sviluppare abilità che le rende capaci di partecipare pienamente come cittadini alla vita comunitaria”.

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