Gioia Tauro, l'Asp chiude il PS: sit-in di protesta al Giovanni XXIII

Secondo il sindaco Alessio si tratta di "una scelta scellerata". Cittadini in piazza per la temporanea chiusura del Pronto Soccorso gioiese

Ristobottega

È di ieri la comunicazione da parte dell’Azienda Sanitaria Provinciale di Reggio Calabria per la temporanea chiusura del Pronto Soccorso di Gioia Tauro. Subito dopo l’avviso, l’amministrazione comunale ha invitato i cittadini a ritrovarsi in piazza per un’azione di protesta, nel rispetto delle normative anti-Covid.

La chiusura del Pronto Soccorso di Gioia Tauro


La mancanza di personale è un problema che affonda le sue radici nella mal gestita e, per troppo tempo abbandonata a se stessa, sanità calabrese. È così che l’ASP di Reggio Calabria si è trovata a dover sospendere i servizi del reparto di pronto intervento dell’azienda ospedaliera gioiese per la mancanza di medici. Non potendo garantire la turnazione, infatti, il Commissario Straordinario ed il Direttore Sanitario hanno optato per la momentanea chiusura del Pronto Soccorso.

Sit-in di protesta

“In seguito alla scelta scellerata del commissario straordinario Scaffidi e del direttore sanitario aziendale Minniti di chiudere temporaneamente dal 6 ottobre il pronto soccorso per mancanza di medici, invitiamo tutta la popolazione gioiese, nel rispetto delle procedure anticovid (mascherina e distanziamento sociale), a partecipare al sit-in che si terrà dalle ore 9.00 davanti l’ospedale Giovanni XXIII per l’immediata riapertura del pronto soccorso”.


È quanto ha scritto, in un post su Facebook il Sindaco Aldo Alessio.