Seby Sivigilia: 'Non mi è stato consentito di indossare la maglia della Reggina'

"La promozione di Toscano, da reggino, vale come una Champions"

Una carriera di livello dopo aver fatto la trafila nel settore giovanile della Reggina. Sebastiano Siviglia, reggino di Palizzi, quella maglia l’avrebbe voluta indossare anche da professionista, opportunità che si stava per concretizzare ma poi non se ne fece nulla. Ne spiega i dettagli a Buongiorno Reggina: “Sono cresciuto nel settore giovanile della Reggina, ricordo quando ai tempi di Nevio Scala, facevo il raccattapalle. Da professionista non ho mai indossato la maglia amaranto, sarebbe stata la chiusura del cerchio.

C’è stata questa opportunità, attraverso un confronto con il presidente Lillo Foti ed il DS Giacchetta, in quella squadra in cui giocavano in difesa Acerbi e Cosenza (riferimento alla stagione 2010-2011). Per me era motivo di orgoglio indossare quella maglia, a casa mia, nella mia terra.

Purtroppo l’illusione di poterlo fare è durata molto poco, per una gestione della situazione non proprio elegantissima. Accettai con piacere la proposta di iniziare con una serie di allenamenti per poi fare insieme una valutazione. Dovevano essere sei mesi di contratto e lo avrei fatto certamente non per la gloria o per motivi economici, ma per realizzare un mio desiderio, chiudere la carriera nella terra dove sono nato.

Da parte mia c’era totale disponibilità, ma con il passare dei giorni mi sono accorto di alcune forzature che non mi piacevano, non mi rispettavano come uomo e come calciatore e quindi ho deciso di fermarmi e da quel momento non se ne fece nulla. Pensavo di meritare una maggiore attenzione e non parlo di soldi ma di rispetto. Ho stretto la mano a tutti e salutai.

Quanto può valere una promozione per un reggino come Mimmo Toscano? Come vincere una Champions League o poco ci manca. In casa tua sei più soggetto a critiche ed anche feroci, non è mai facile. L’unica strada che hai è quella dei risultati. Vincere e vincere sempre e così è stato”.