Calabria, Spirlì contro il Cts e le chiusure generalizzate: 'Al danno la beffa' - VIDEO

"Partire dal giallo e chiudere a zona, non più per Regione": la proposta di Spirlì al Governo per le chiusure

Un nuovo colore di settimana in settimana, in base ai parametri dettati dall’ISS, dal Ministero della Salute e dalle raccomandazioni del Comitato Tecnico Scientifico. È questa, al momento, l’organizzazione che segue l’Italia ancora alle prese con la pandemia. Una soluzione che non trova l’esatto sostegno da parte del Presidente della Calabria che, ospite a Mattino Cinque, ha esposto le sue perplessità in merito alle strategie del Governo.

Le scelte anti-Covid del Governo: ecco cosa pensa Spirlì

Nino Spirlì Mattino Cinque 1

“Quando si passa da una zona all’altra per cui il ristoratore sa che potrebbe aprire e invece poi deve chiudere è chiaro che se glielo dici il sabato sera gli hai devastato il weekend. Questo vuol dire che tutto quello che ha preso e messo in dispensa lo deve buttare via.

Considerato che il Cts si riunisce credo il martedì, cosa costa al Governo dare il risultato il mercoledì o il giovedì? Non ha senso aspettare il venerdì o il sabato sera come è accaduto spesso. Al danno si aggiunge la beffa. Bisogna dire alla gente cosa dovrà fare a partire dal lunedì, anche perché è assurdo chiudere la domenica”.

Il nodo scuole

Scuola

Il Presidente facente funzioni ha toccato, inevitabilmente, anche il tasto dolente delle scuole:

“Ci spaventiamo di 4 persone sedute ad un tavolo, ma contemporaneamente lasciamo le scuole aperte. Si tratta magari dello stesso spazio, con 25 ragazzini seduti ai banchi. C’è qualcosa che non funziona. Un piccolo ristorante di 5×5 non può ricevere 6-8 clienti, ma l’aula della stessa misura può ospitare ragazzi e insegnanti”.

L’appello dei Governatori per le chiusure differenziate

Ristorante

Negli scorsi giorni i Governatori, attraverso Bonaccini hanno chiesto “un cambio di passo” per le norme che regolano chiusure ed attività.

“Partire dal giallo e chiudere a zona possa essere la cosa migliore. Per esempio in Calabria, se su 5 province ne dovessi avere una più devastata, è chiaro che chiudo quella città ma non l’intera Regione. Chiudere vuol dire anche fermare molte attività e noi ormai è da un anno che stiamo devastando l’economia”.

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