Verso le regionali, Mimmo Lucano a Live Break: 'Sogno tante Riace in Calabria'

Fresco di candidatura con il Polo civico di Tansi e De Magistris, l'ex sindaco si rilancia: 'Non ho più paura di nulla'

Sarà candidato come capolista in tutte e tre le circoscrizioni elettorali della Calabria, a supporto di Luigi De Magistris e Carlo Tansi. L’annuncio lo ha dato lui stesso, Domenico Lucano, in una apposita conferenza stampa, a distanza di pochi giorni dalla richiesta avanzata dalla Procura di Locri che vuole una condanna a 7 anni e 11 mesi per l’ex sindaco di Riace. Una rinascita politica che per lui non deve essere intesa come un alibi di fronte al processo.

Di questo, e non solo, Mimmo Lucano ne ha parlato ai microfoni di Live Break, nella consueta diretta del lunedì, nel corso della quale si è cercato di capire il perché della sua discesa in campo per le regionali:

“Perché questa volta mi è venuto spontaneo – afferma l’ex sindaco -. Mi chiede qual è la motivazione e io glielo voglio dire così come veramente è stata. Una richiesta che mi è arrivata da una persona che ho sentito particolarmente vicino quando avevo subito le misure cautelari – in quel momento vivevo un dramma perché tutto per me era inaspettato mi avevano cacciato da sindaco, poi l’obbligo di dimora a Riace, e quelle parole sono state come un balsamo per me, perché mi aveva offerto di andare a Napoli, dicendo che mi voleva aiutare. Poi ha fatto delle dichiarazioni pubbliche…”

Insomma, Lucano è stato convinto dal modo diretto con cui gli è stato proposto. Che poi è quello che preferisce, senza interferenze:

“Avevo seguito la sua vicenda quando era pm e mi ero schierato emotivamente dalla sua parte perché come cittadino della Calabria, e successivamente anche come sindaco avevo sperimentato che il dramma che si vive nella nostra regione e nelle nostre comunità è questo senso di oppressione che c’è a livello sociale per la presenza dei forti condizionamenti che ci sono da parte della criminalità organizzata a vari livelli. Spesso è un condizionamento che non è tanto visibile, che si confonde, che è trasversale, che è perverso. Io queste parole le dico sulla base anche di una esperienza personale diretta, fare il sindaco nelle nostre comunità significa veramente venire a contatto con una realtà assurda, e le cose si fanno perchè non c’è niente altro che la voglia di avere una partecipazione alle cose della politica, sulla base di ideali e anche di sogni”.

Ma come concilia il suo modo di essere “a sinistra della sinistra” con una alleanza civica come quella di Tansi e De Magistris?

“Mi rendo conto, anche per aver passato questa esperienza, che cosa significa essere dentro una coalizione civica. Io faccio parte di un ideale politico che spesso non ha numeri, proprio perché si lega ad una visione etica della politica ed a valori molto alti. E allora, l’opinione pubblica spesso sollecitata sceglie altri tipi di orientamenti. Però questo non significa che deve essere un alibi per dire, tanto questi ideali non si possono raggiungere e ci mettiamo da parte. Non ho fatto così da sindaco e spero anche per le elezioni regionali. Io ho detto che è difficile per noi, come sinistra antagonista, molto legata a questi valori, diciamo assoluti, questa elaborazione. E questa costruzione lo è ancora più. Ma il mio auspicio è che l’orizzonte si allarghi il più possibile, nel senso che qualsiasi sincero democratico, qualsiasi cittadino impegnato nell’associazionismo può farne parte, può collaborare, può partecipare per un sogno che si chiama una idea di una nuova Calabria”.

Ma questa idea, di una sorta di ripartenza, in politica, viene da lontano:

“Da quando sono ritornato a Riace, da settembre del 2019, proprio per dare un respiro e non confondere questa ricerca del potere e della poltrona, avevo pensato che fosse giunta l’ora di mettermi da parte. Poi ho ripensato anche al fatto che la legislatura non era terminata, e che a Riace è stata interrotta la democrazia. La spinta è venuta da tutti questi stimoli. Però questa è una decisione che appartiene alla mia libertà. La politica è fatta anche di orgoglio, di emotività, ma c’è anche un fatto di principio. Allora, io ritengo che la storia di Riace non sia conclusa, e nemmeno la storia del Villaggio Globale, quel luogo che nel corso degli anni è assurto a simbolo di un’altra dimensione della questione dell’immigrazione, dell’accoglienza e della solidarietà”.

Richiesta di condanna e reazione

Quella pesante richiesta proveniente dal pm di Locri per Lucano non ha rappresentato nulla di nuovo. E’ lui stesso ad ammetterlo. E riflettendo anche cronologicamente sulla vicenda giudiziaria che ovviamente interferisce con la politica e con l’impegno ideale degli anni passati, lo stesso Lucano afferma di avere più chiara la natura di questa vicenda che, per l’ex sindaco, vuole raccontare il nostro territorio, l’attuale periodo a livello nazionale e mondiale.

“Allora io non ho paura più di nulla, perché tante volte ho pensato si è toccato il fondo, nel senso che quando parliamo di legalità di rispetto delle norme io dico, è giusto che nessuno può avere la presunzione di avere dei propri codici, delle proprie norme, ma alcune volte c’è uno scontro evidente tra legalità, diritti umani e costituzione italiana”.

Lucano preferisce fare un esempio pratico per far comprendere la sua posizione difronte alle richieste del pm, premettendo che una dei primi atti quando si è sindaci è giurare di essere coerenti con i principi costituzionali:

“Ma allora mi dico, cosa vogliono da me se ho giurato di essere coerente ai principi della Costituzione? Lo stesso pm aveva tentato di costruire un processo parallelo nel dicembre del 2020 con nuovi reati. Quali erano questi reati? Avere fatto la carta d’identità a un bambino di 4 mesi arrivato al Porto di Reggio nel grembo della madre che ha partorito agli Ospedali Riuniti. La Prefettura mi ha chiamato per dirmi di inserirlo tra gli ospiti. C’era una cartella clinica dove c’era scritto che il bambino aveva bisogno di essere monitorato perché aveva dei problemi di salute. Il pm mi dice che avrei fatto un reato per falso in atto pubblico perché quel bambino non aveva il permesso di soggiorno”.

L’indagine giudiziaria ha anche sospeso la prevista messa in onda della fiction Rai incentrata proprio sul Modello Riace. L’ex sindaco vede la vicenda profondamente intrecciata all’indagine giudiziaria:

“Penso che uno degli obiettivi delle vicende giudiziarie era anche quello di impedire la messa in onda di questa fiction che avrebbe raccontato, almeno all’Italia, ma forse anche di più, che una piccola comunità semi abbandonata se fa una scelta, quella della fraternità e della solidarietà, non del buonismo, può rinascere. Questo è il messaggio, che probabilmente racchiude l’anima più autentica della Calabria”.

Riace ieri e oggi

Dopo la sospensione come si sa Riace ha avuto un nuovo sindaco, della Lega, da sempre agli antipodi con il modello ideato da Lucano. In questi anni proclami e atti hanno provato a smantellare pezzo per pezzo quanto costruito da Lucano. Ma come la vede l’ex sindaco è presto detto:

“Io vedo che c’è una forma di agonia sociale. Non esiste nulla, e c’è un tentativo anche di aggredire tutti i simboli che avevano fatto di questo luogo un simbolo nel mondo. Anche con la fattoria sociale e con i laboratori di artigianato. Io non la voglio mettere in polemica però vedo un’amministrazione caratterizzata da una enorme difficoltà proprio per avere avuto un’eredità che secondo me è l’eredità di una storia un pò irripetibile e allora ci sono problemi che secondo me la comunità di Riace sta pagando”.

Ma allora cosa resta del sogno del paese dell’accoglienza, finito sotto accusa con tutto il progetto Riace? Lucano torna a sperare:

“Rimane la speranza di potere di nuovo ripartire e trasmettere come prima un messaggio al mondo: che umanità, uguaglianza sono valori su cui immaginare il futuro delle comunità. Ecco che cosa significa essere di sinistra. Io rappresento la lista della sinistra. Spesso se ne parla, ed è come un luogo comune, ma io la mia scelta di essere di sinistra l’ho fatto perché mi lega alla solidarietà, alla fraternità e all’uguaglianza. Che cosa significa uguaglianza? Ma sull’uguaglianza è fondata la Costituzione italiana, la non discriminazione tra gli esseri umani”.

I progetti e le speranze

La sua candidatura alle regionali al fianco di De Magistris e di Tansi ovviamente non può che caratterizzarsi, per la storia e i trascorsi, con i temi dell’immigrazione e dell’integrazione. Proprio in questi giorni le vicende che stanno interessando la Spagna ripropongono con forza, insieme alla ripresa degli sbarchi a Lampedusa, il tema dell’accoglienza e su come questa accoglienza deve essere interpretata e concretizzata.

“Ho vissuto in prima linea per quasi due decenni quelle scene, e spesso mi dava un senso di rabbia che l’opinione pubblica si accorgesse della gravità del fenomeno e del valore della vita di queste persone solo quando succedono queste cose. Io credo che la questione dell’immigrazione non avrà fine finché ci saranno in maniera palese queste gravi ingiustizie del mondo. L’atteggiamento dell’Europa, dell’Italia, è quello di delegare la responsabilità sempre agli altri. Mi piacerebbe contribuire a creare tante Riace in Calabria. Paesi abbandonati, morenti, sono rinati come Riace. Lo so che l’immigrazione porta con sé un dramma. Però anche le nostre comunità che vivono lo spopolamento vivono il dramma dell’abbandono e questo è uno dei temi che sicuramente con più passione potrei portare avanti. Così come quello di capire quali sono le risorse su cui puntare nelle nostre realtà semiabbandonate, come l’agricoltura. Ecco, occorrerebbe fare una riforma Agraria, ripartire dalla zootecnia di qualità, dall’agricoltura biologica e dall’economia solidale”.