Zuccatelli, l’ennesimo schiaffo ai Calabresi. È ora di una nuova Strada

La Regione sanitariamente più disastrata d'Italia e i suoi cittadini chiedono rispetto. È ora che, nel post Cotticelli+Zuccatelli, si cambi Strada. A prescindere da Gino, la Calabria necessità una guida reale a livello medico

Nove giorni. Tanto è durato Giuseppe Zuccatelli alla guida della Sanità della Regione Calabria. Le dimissioni del 76enne romagnolo da Commissario arrivano al culmine di un mandato brevissimo – oseremmo dire inesistente – caratterizzato più dalle (pregresse) performance social dell’ex presidente dell’Agenas che, com’è ovvio per la pochezza del tempo avuto a disposizione, dai fatti. Ma, ai calabresi, in tempi di covid, erano i fatti che servivano.

A Zuccatelli, in ogni caso, va un attestato di stima. In primis, perché in nove giorni, è riuscito a capire come gestire un mostro enorme come il sistema (disastrato) sanitario della Calabria non fosse compito adatto a se stesso. Il problema, semmai, è chi avrebbe dovuto capirlo nove giorni fa, per evitare di perdere ulteriori giorni e ulteriori ore, preziosissime in un contesto di assoluta difficoltà come quello che la pandemia sta comportando nella nostra Terra.

Le dimissioni di Zuccatelli, allora, risuonano come l’ennesimo fallimento non territoriale, ma nazionale. Il fallimento di uno Stato che, di certo, è ben conscio di avere un cliente difficile – la Calabria – ma che trascura senza apparenti remore. Basti pensare all’emblematica dichiarazione di ieri di Gino Strada.

Il Fondatore di Emergency ha squarciato esplicitamente tutte le indiscrezioni giornalistiche, ammettendo di esser stato contattato effettivamente dal Governo per l’incarico di commissario (o subcommissario) della Sanità calabrese. Senza, però, una successiva proposta formale, di alcun tipo. Con il Ministro Speranza che, evidentemente, ha preferito affidarsi al professionista protagonista di un video in cui si dichiara inutile lo strumento della mascherina. Salvo, nove giorni dopo, vedersi restituire lo scomodissimo mandato.

Chiaramente, a prescindere da come si possa evolvere la vicenda, Strada – da solo – o chi per lui non potrà assurgersi a salvatore solitario della Patria. Ma la pretesa di un territorio dichiarato zona rossa per mancanza di strutture ospedaliere adeguate, abitato da cittadini che pagano le tasse come il resto degli abitanti delle altre regioni, che vede strutture pronte per essere utilizzate ma prive di medici, è e deve essere una soltanto.

La richiesta di rispetto, di una scelta realmente ponderata, la nomina di un professionista – e, stavolta sì, un uomo – che realmente meriti il mandato e lo sappia gestire con il massimo delle proprie capacità. È l’ora di un cambiamento, anche da parte di Roma. L’ora che venga rimessa, davvero, al centro la Salute. Insomma, è l’ora di cambiare Strada. Che sia Gino, o chiunque altro, ma competente e in grado di metter le mani in questo contesto impossibile da sostenere ancora a lungo. 

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