Reggio, ok in Commissione alla mozione in difesa delle aree interne a rischio spopolamento
La III Commissione consiliare approva la mozione contro il Piano strategico aree interne 2021-2027
08 Agosto 2025 - 08:16 | Comunicato Stampa

La III Commissione consiliare (Territorio, urbanistica, patrimonio edilizio e terriero, edilizia privata, viabilità, infrastrutture, trasporti, servizi tecnologici), presieduta da Giuseppe Sera, ha approvato la mozione consiliare avente ad oggetto “Contrarietà al Piano strategico per le aree interne 2021-2027” proposta dal consigliere Nino Malara e sottoscritta anche dal consigliere Giuseppe Nocera.
La mozione, che ora passerà all’esame del Consiglio comunale, dopo un’articolata discussione svoltasi nelle ultime tre sedute dell’organismo consiliare, è stata integrata su iniziativa del consigliere Giuseppe Giordano e approvata con 11 voti favorevoli e 7 astenuti.
Il consigliere proponente ha preliminarmente auspicato il confronto con tutte le forze politiche interessate a contribuire al dibattito sul tema e ha richiamato il dialogo intercorso in merito con i vertici locali di “Alleanza Verdi e Sinistra”. Nel corso della discussione lo stesso Malara ha poi illustrato i contenuti dell’atto di indirizzo concentrandosi su una delle quattro tipologie di obiettivi individuate nel “Piano strategico nazionale per le aree interne (PSNAI) ciclo di programmazione 2021-27” approvato a marzo del 2025. Si tratta, in particolare, dell’Obiettivo 4, «Accompagnamento in un percorso di spopolamento irreversibile», in cui si legge:
“Un numero non trascurabile di Aree interne si trova già con una struttura demografica compromessa (popolazione di piccole dimensioni, in forte declino, con accentuato squilibrio nel rapporto tra vecchie e nuove generazioni) oltre che con basse prospettive di sviluppo economico e deboli condizioni di attrattività. Queste Aree non possono porsi alcun obiettivo di inversione di tendenza ma non possono nemmeno essere abbandonate a sé stesse. Hanno bisogno di un piano mirato che le possa assistere in un percorso di cronicizzato declino e invecchiamento in modo da renderlo socialmente dignitoso per chi ancora vi abita”.
Secondo Malara nell’obiettivo in questione «è assente qualsiasi valutazione di tipo politico che invece dovrebbe puntare alla valorizzazione di territori che hanno un potenziale intrinseco dal punto di vista storico, naturalistico e paesaggistico».
Il primo firmatario della mozione ha inoltre rilevato un «contrasto con gli articoli 3 e 44 della Costituzione» e stigmatizzato una visione «delineata come ineluttabile e che prefigura in realtà una scelta politica di diseguale e iniqua distribuzione delle risorse». Limitarsi a registrare i processi di spopolamento in quanto tali «rinunciando di fatto ad assumere le aree interne come luoghi fondamentali per l’equità e la sostenibilità delle politiche pubbliche» significherebbe dunque, secondo il proponente, che «per i quasi 4.000 comuni (oltre la metà del totale) che ricadono nelle aree interne, per il 58,8% della superficie nazionale, per i 13,4 milioni di persone (22,7% della popolazione residente nel 2021) che le popolano si apre una fase di inesorabile abbandono, seppur con tempi diversi».
Considerando dunque che il Comune di Reggio Calabria, pur non avendo superfici del territorio comunale classificate quali aree interne, si sviluppa su un profilo altimetrico che va dalla costa fino a significative altezze dal livello del mare, e che l’Amministrazione comunale, «nella convinzione che vadano valorizzate le aree più interne del proprio territorio, ha programmato, e in parte già realizzato, diversi interventi come la riqualificazione del borgo di Podargoni, l’infrastruttura di collegamento Armo-Santa Venere, il Parco avventura in località Forge», con la mozione si impegna il sindaco a rappresentare presso Governo, Parlamento, Presidenza dell’Anci, Presidenza della Giunta e Presidenza del Consiglio della Regione Calabria, la contrarietà del Consiglio comunale al PSNAI 2021-2027 e la richiesta di una sua urgente riformulazione da realizzare tramite la promozione di una vasta campagna di ascolto delle rappresentanze istituzionali e delle realtà coinvolte.
Nel corso della discussione, coordinata nelle ultime due sedute dal vicepresidente della III Commissione Francesco Barreca, il consigliere Giordano ha illustrato i contenuti dell’integrazione da lui formulata che richiama, in particolare, le direttrici del Piano strategico metropolitano, di cui è stato relatore nella qualità di consigliere delegato alla Pianificazione, approvato all’unanimità dalla Città metropolitana di Reggio Calabria:
“Dopo un percorso partecipativo e inclusivo, partito dal basso che ha coinvolto l’intera comunità metropolitana, mettendo a frutto l’enorme valore che esiste sul territorio, analizzando i dati di contesto e indicando la strategie da percorrere nel medio e lungo periodo rispetto alle fragilità, alle vulnerabilità del territorio non solo infrastrutturali e fisiche ma anche sociali, tracciando gli obiettivi di sviluppo. Un lavoro articolato e condiviso – ha aggiunto – che rispetto al tema delle aree interne va nella direzione opposta a quella dell’abbandono e dell’accompagnamento allo spopolamento, rispetto ai quali, gli obiettivi e la missione precipua è quella della rigenerazione, della riconnessione e della rifunzionalizzazione delle aree interne in una prospettiva metropolitana”.
Giordano ha quindi stigmatizzato quella che a suo modo di vedere «è la volontà di mettere in atto una sorta di eutanasia di territori e comunità», richiamando inoltre i dati annuali Svimez sull’argomento, nonché gli obiettivi dell’Agenda 2030 e le politiche che nel complesso l’Ue porta avanti «per preservare e far recuperare dal ritardo le comunità più fragili».
Nel corso delle ultime sedute sono intervenuti anche i consiglieri Massimiliano Merenda, Filippo Quartuccio, Antonino Minicuci e Angela Marcianò. Quest’ultima, in particolare, ha manifestato in sede di votazione alcune perplessità rilevando che quanto contestato dalla mozione non rispecchierebbe a suo parere i reali termini del Piano strategico nazionale, invitando a:
“Non decontestualizzare uno specifico articolo, bensì a una lettura più ampia e integrata di un documento programmatico che invece punta a garantire diritti e servizi in aree marginalizzate, che prevede anche consultazioni pubbliche e la cui ratio principale – ha sostenuto Marcianò – è proprio la riduzione del divario delle aree interne rispetto alle aree urbane”.
Dopo la votazione è intervenuto anche il presidente della Consulta comunale “Assetto del territorio”, Gerardo Pontecorvo, che ha osservato:
“Le aree interne sono la vita della Calabria e della nostra città metropolitana. Giudicare un’area da abbandonare perché non ha un numero sufficiente di abitanti o perché il reddito è molto basso e per questo marginalizzarla vuol dire rassegnarsi al degrado del territorio e questo non è accettabile, perché proprio quel territorio che oggi è più marginalizzato ha bisogno di interventi per i quali, necessariamente, ci si deve coordinare con la politica regionale”.