Reggio, ‘La leggenda della cera’ e la fede della comunità: Mosorrofa celebra le sue radici – FOTO
Tra costumi d’epoca, fede e leggenda, la comunità ha celebrato la sua storia, insieme al ritorno della Sagra del Fungo, simbolo di un borgo che resiste e rinnova le proprie radici
20 Ottobre 2025 - 09:46 | Comunicato Stampa

In un sabato dal tempo instabile è ritornata quest’anno la rievocazione storica di Mosorrofa. La festa di San Demetrio al tempo dei Borboni, rivivere la storia per capire il presente, Autore, regista e anima della messa inscena il giovane prof. Paolo Cotrupi. “Partecipare non è soltanto rivivere un’epoca: è riscoprire una parte viva e autentica della nostra identità. Tra uniformi d’altri tempi, melodie, suoni, artigiani e sapori che profumano di tradizione, Mosorrofa torna a splendere per qualche giorno, ricordandoci la grandezza di un paese antico, ricco di cultura, arte e ingegno popolare” è l’autore a spronare alla partecipazione tutto il paese.

La rievocazione ci riporta quest’anno al periodo borbonico, nel cuore dell’Ottocento, quando Napoli era tra le capitali più vivaci d’Europa, e le città del sud erano animate da una fiera dignità e da una raffinata eleganza. La gloriosa città di Sant’Agata non esisteva più, al suo posto era nato il comune di Sant’Agata in Cataforio che cercava di mantenere viva l’antica storia della valle.
Con una partecipazione corale si è resa presente la festa di san Demetrio durante il Regno delle Due Sicilie, ambientando in questo periodo la leggenda della cera, tanto conosciuta dai nostri anziani.
Si racconta che, avvicinandosi la festa patronale, mancasse la cera per illuminare a festa l’altare del Santo. Non si sa bene per quale motivo, ma pare che nessuno volesse recarsi a Reggio per acquistarla. Si decise allora di affidarsi al destino:

“Il primo che uscirà dalla porta della chiesa, dovrà andare in città a prendere la cera per il santo”.
Ad uscire fu un povero vecchio, malconcio e claudicante. Da uomo devoto, accettò la sorte senza esitazione, prese la sua bertula e si mise in cammino. Giunto al Calvario, gli si fece incontro un uomo a cavallo, che con gentilezza si offrì di accompagnarlo fino a Reggio. Quando arrivarono nei pressi della chiesa di San Giorgio, il giovane fece scendere l’anziano e scomparve all’improvviso.
L’uomo acquistò la cera e prese la via del ritorno, ma poco dopo, gli venne nuovamente incontro lo stesso giovane, che con la stessa cortesia si offrì di riaccompagnarlo. Giunti di nuovo al Calvario del paese, il misterioso cavaliere si scusò dicendo che non poteva andare oltre e poi svanì nel nulla. Il vecchio proseguì da solo fino alla piazza antistante la chiesa, lì ritrovò la gente che aveva lasciato poco prima: tanto breve era sembrato il suo viaggio, che nessuno riusciva a credere fosse davvero stato a in città. Lo stupore fu grande, e nessuno sapeva spiegare l’accaduto. Fu allora che il sacerdote dell’epoca rivelò l’arcano: quel giovane cavaliere altro non era che San Demetrio, disceso dal cielo per aiutare il suo devoto popolo di Mosorrofa. Il patrono aveva dato a tutti una bella lezione.

Questa la leggenda della cera, una storia che fa parte del vasto patrimonio immateriale di Mosorrofa e rievocandola tentiamo di mantenere vivo il ricordo dei nostri padri che la tramandavano e l’orgoglio di una comunità antica che in storie come questa ha costruito la propria identità. Dice ancora Cotrupi “rievocare è un invito a guardare al passato con orgoglio, per ritrovare nel presente la forza delle nostre radici. L’abbiamo fatto non come semplici spettatori, ma come custodi di una storia che merita di essere raccontata ancora”. Da segnalare la partecipazione di tutta la vallata del Sant’Agata, da Cataforio a San Salvatore a Cannavò. La rievocazione è partita dalla antica chiesa di San Demetrio oggi sala parrocchiale A. Caridi e attraverso le vie del paese è arrivata all’attuale chiesa di San Demetrio. Degni di nota i tanti figuranti con costume d’epoca e tra tutti spicca il San Demetrio a cavallo che ha trasmesso agli intervenuti una particolare emozione. Qualche vecchietta, piangendo, commentava “San Demetrio è sempre stato in mezzo a noi”.

Nella stessa serata è tornata, dopo tanti anni, anche la Sagra del Fungo proposta, diretta e coordinata da Sebastiano Cutrupi, micologo e anche abile panificatore. Hanno arricchito la piazza anche dei chioschetti di Apicoltori, Produttori di vino, una mostra di funghi e non potevano mancare le caldarroste.
Una serata vissuta nella gioia, nella concordia, nella spensieratezza ma soprattutto nella cooperazione dimostrando ancora una volta che insieme si può fare tanto. Mosorrofa e tutti i borghi periferici di Reggio Calabria che hanno storie da raccontare e vissuto da condividere chiedono di non essere dimenticati.
Lo spopolamento che si sta vivendo rischia di far scomparire la ricchezza di millenarie tradizioni.