Fase 2, Mariani chiede pazienza ai cittadini: ‘Tutti bravi, ora bisogna autodisciplinarsi’ – VIDEO
Il Prefetto di Reggio Calabria promuove reggini e forze dell’ordine. ‘Gli assistenti civici? Vediamoli all’opera’
28 Maggio 2020 - 16:33 | Claudio Labate

Una carriera che prende le mosse dal lontano 1987, e che lo ha visto protagonista in nove differenti sedi di servizio, soprattutto nel meridione. Trentadue anni di servizio, di cui circa undici e mezzo in Calabria. Quindi un grande conoscitore delle realtà del sud, che ha percorso in lungo e in largo, macinando “milioni di chilometri” per dirla col Prefetto “con tutte le difficoltà annesse e connesse” che comportano i numerosi trasferimenti.
Dal maggio dello scorso anno è la massima autorità governativa a Reggio Calabria. La città ha imparato a conoscerlo, anche perché il prefetto Massimo Mariani è uno che ‘si fa vedere in giro’, tanto in città che su tutto il territorio metropolitano. E non solo in veste ufficiale.
“Adesso che ci hanno rimesso in stato di libertà – ironizza – approfitto ancora di più, almeno la mattina, per godermi un po’ di aria perché purtroppo gli impegni sono tali che non mi consentono di stare troppo fuori”.
D’altra parte, anche per lui, quella della pandemia (ancora in atto) è stata “un’esperienza unica”.
“Per me, come tutti i miei colleghi, si è trattato di una sfida assolutamente imprevedibile” ha confessato ai microfoni della diretta giornaliera di CityNow. Siamo preparati a tante cose ma certamente nessuno di noi si poteva immaginare qualche mese fa di dover affrontare un periodo come questo. Cioè la sfida di una pandemia che tutti noi uomini del ventunesimo secolo siamo abituati a ritenere qualche cosa del passato, e invece abbiamo scoperto che anche nel 2020 l’intero pianeta può essere messo in difficoltà da un microrganismo”.
Noi abbiamo fatto il nostro, i cittadini sono stati bravi
“Innanzitutto devo ringraziare gli abitanti della città metropolitana. Sappiamo bene che le misure che sono state introdotte sono state misure molto difficili, molto dure, che hanno comportato delle limitazioni veramente significative della libertà personale di tutti noi. Non si può pensare che basta l’impegno delle forze di polizia per poter affrontare una situazione di questo tipo e quindi devo dire che la risposta da parte dei cittadini è stata in larghissima parte positiva”.
Naturalmente Mariani, da uomo di Stato, e uomo squadra, sottolinea il contributo importante venuto dal servizio di controllo del territorio da parte di tutte le forze dell’ordine – che il prefetto ringrazia – perché sono state sempre presenti:
“Hanno fatto un lavoro veramente encomiabile. Lo hanno fatto sotto l’aspetto arcigno della sanzione ma anche sotto l’aspetto della vicinanza, e del consiglio alla gente, perché eravamo tutti molto consapevoli del fatto che si chiedeva un sacrificio veramente notevole. Però c’è stata anche da parte dei cittadini una partecipazione attiva”.
In Prefettura dall’11 marzo è stato istituito un centro di coordinamento che ha avuto un ruolo decisivo nelle azioni di prevenzione: un nucleo interforze costituito dalla Prefettura stessa, dalla Polizia di stato, dai Carabinieri, dalla Guardia di finanza, dalla Polizia locale e anche dal corpo militare della Croce Rossa Italiana, proprio su iniziativa di Mariani.
“Sicuramente questa nostra iniziativa ci ha consentito di raggiungere un obiettivo importante che è stato quello di avere una perfetta conoscenza delle situazioni. La presenza delle forze di polizia ci ha consentito di avere il polso della situazione soprattutto per quanto riguardava la ricostruzione delle eventuali catene di contagio. Poi, abbiamo fatto affidamento sulle autorità sanitarie e loro su di noi. Siamo stati a disposizione naturalmente dei sindaci, ma in generale di qualunque cittadino. Ancora adesso siamo al lavoro e non dimentichiamoci che il virus è ancora in circolazione”.
Hanno chiamato in tanti a Palazzo del Governo. Anche siciliani. Basti ricordare, come fa anche il prefetto, che a fine marzo c’è stata la delicatissima gestione della vicenda dell’attraversamento dello Stretto che ha tenuto praticamente in ostaggio la cittadina di Villa San Giovanni per diversi giorni. “Giorni abbastanza movimentati, non abbiamo mai perso il controllo della situazione”.
Ma Mariani è netto quando gli si fa notare che il nuovo protagonismo degli Enti locali e dei suoi inquilini principali ha generato delle polemiche, soprattutto politiche, sul ruolo in qualche modo ridimensionato, soprattutto sul versante della visibilità, dei rappresentanti del Governo.
“Non ho di queste velleità, io e i miei colleghi non facciamo politica, mi limito a fare ciò che mi viene richiesto facendo rispettare le regole del gioco. Ovviamente quando si parla di sanità spetta alle regioni e ai sindaci. Per quanto riguarda la Città metropolitana, non ho mai avuto particolari difficoltà con i sindaci e neanche con gli organi regionali. Abbiamo cercato di improntare la nostra attività sulla collaborazione e al confronto quando necessario, e in linea di massima gli amministratori hanno fatto il loro.
Noi non dobbiamo entrare, come prefetti, nelle competenze o nelle attribuzioni di questo genere, il nostro compito è che il sistema risponda possibilmente all’unisono e in maniera coordinata. Su questo abbiamo lavorato molto. I sindaci, naturalmente, nel loro territorio, hanno il diritto e dovere di prendere le decisioni che ritengono più opportune, ma certamente, se si vuole fare una riflessione sul sistema istituzionale, su una certa bulimia di atti, di ordinanze, di provvedimenti adottati sia dalle Regioni che dai Comuni… è una riflessione molto più ampia”.
Fase 2
Dal 12 marzo al 17 maggio sono state controllate oltre 276 mila persone. Diciassette persone identificate per “evasione” da quarantena obbligatoria. Ma l’opera delle forze dell’ordine non si ferma.
“In questa fase si sta lavorando molto sugli assembramenti, ed è stata presa qualche misura repressiva nei confronti di qualche attività commerciale. Tutti noi capiamo che nel momento in cui si esce da casa dopo due mesi di forzata reclusione soprattutto con il clima di questi giorni, è difficile non godersi la città. I servizi di controllo continuano e continueranno.
La raccomandazione è quella di avere l’accortezza di evitare assembramenti eccessivi, o se proprio si deve stare vicini, è sempre meglio usare la mascherina, che è la misura di sicurezza minima, anche se non è obbligatoria all’esterno. Però bisogna autodisciplinarsi. Non è facile, c’è una responsabilità che grava su tutti i cittadini, però bisogna anche ragionare sul fatto che nel momento in cui il periodo peggiore è trascorso bisogna avere questa ulteriore accortezza”.
Mariani suggerisce uno stile di vita ‘più individuale’:
“A me piace pensare che si possa stare bene insieme rispettando le regole, essendo meno branco un po’ più persone. Magari tutto questo può andare a vantaggio del dialogo individuale, si può anche costruire qualcosa di positivo piuttosto che fare queste cose di massa in cui si perde la propria individualità e il piacere di scambiarsi due chiacchiere. Si tratta di rispettare delle regole abbastanza semplici, si tratta di ricordare che non siamo branco, che non siamo assembramento, ma persone, abbiamo delle responsabilità nei confronti di noi stessi e della collettività, se facciamo fesserie corriamo il rischio di ammalarci e di fare ammalare i nostri cari, e in ultima analisi c’è anche il rischio di essere controllati e incorrere in sanzioni salate”.
Tra qualche giorno cadrà anche il divieto di spostarsi tra le regioni, anche se non è del tutto chiaro quello che sarà possibile fare.
“Dobbiamo aspettare ancora qualche giorno spero non troppi ma speriamo che il trend del contagio aiuti a confermare questa decisione. Per ottenere questo risultato, ancora una volta è necessario rispettare le regole che ci sono adesso, sarebbe veramente profondamente stupido trovarci nuovamente nei guai, semplicemente perché c’è questa necessità di aggregarsi in massa per questo pezzo di libertà che ci è stato restituito. Le decisioni si baseranno essenzialmente sull’andamento del contagio: se continuerà ad esserci un andamento confortante quasi certamente dovremmo riprendere una buona parte delle nostre antiche libertà dal prossimo 3 giugno. Questo me lo auguro vivamente perché insomma il Paese ha bisogno fi riaprirsi”.
Assistenti civici? Mariani taglia corto: “Vediamoli all’opera” dice rimettendosi alle parole con cui il Ministro Boccia ha descritto i loro compiti, che non saranno certo di controllo:
“Noi continuiamo a fare il nostro, e siccome il nostro non coincide con quello che devono fare questi assistenti civici, mi limito a quello che ha detto il Ministro. L’importante è che le forze di polizia continuino a fare quello che hanno fatto, poi qualsiasi aiuto è ben accetto. Credo che in generale ci debba essere più fiducia nel cittadino”.
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