Dispersione delle ceneri, in Calabria è (di nuovo) reato. Giudiceandrea: ‘Vergogna umana e politica’
"Negare ai calabresi di decidere della propria morte, una nefandezza". Le dure parole del primo firmatario della legge abrogata
10 Dicembre 2020 - 18:22 | di Eva Curatola
In Calabria la dispersione delle ceneri dei defunti torna ad essere un reato. Ad essere abrogato, dalla Giunta regionale, è stato l’articolo 16 della legge 48 del 2019.
La norma sui servizi funerari, varata dall’allora governo regionale di centrosinistra, vedeva come primo firmatario l’allora consigliere regionale Giuseppe Giudiceandrea, primo a dare la notizia.
Abrogata la legge sulla dispersione delle ceneri dei defunti in Calabria
«Con grande rammarico e, sì, con grande rabbia apprendo che il governatore facente funzioni Spirlì e la sua giunta di centrodestra hanno abolito un diritto civile che la precedente amministrazione regionale, grazie al voto in consiglio regionale, aveva adottato su mia proposta: un regolamento per la cremazione e la dispersione delle ceneri dei defunti anche in Calabria», dice Giuseppe Giudiceandrea.
«Questa norma faceva parte di una legge più ampia che regolamentava i servizi funerari in Calabria. Una legge che è costata tanta fatica al sottoscritto e che è stata emanata dopo un lungo, a volte duro ma sempre proficuo, confronto con gli operatori del settore».
Rammaricato, l’esponente del Partito Democratico ha aggiunto:
«La dispersione delle ceneri in Calabria, dunque, è di nuovo reato e questo lo si deve a Spirlì e alla sua giunta. Una decisione incomprensibile che nega un diritto dei cittadini calabresi. Abrogando l’articolo 16 della legge sui servizi funerari questa regione fa un passo indietro nel tempo costringendo i parenti dei defunti ad andare fuori dalla Calabria per difendere l’ultima volontà dei loro cari estinti».
«È una vergogna umana e politica senza precedenti negare ai calabresi di decidere della propria morte. Devono ricordarselo i calabresi perché dimenticarlo significa essere complici di questa nefandezza».