Amministrative, Cannizzaro: 'Guardo al patrimonio umano, questa è la politica'

"Ci sono dei Comuni dove la sconfitta era quasi scontata. I sogni vanno alimentati", le parole di Cannizzaro

Arriva il commento post voto da parte dell’on. Francesco Cannizzaro sulle elezioni amministrative nel territorio reggino che hanno visto la vittoria ed il trionfo del civismo di centrosinistra. Di seguito la lunga nota inviata agli organi di stampa:

“Politica non è vincere o perdere. Politica non è salire sul carro dei vincitori o saper restare nell’ombra quando si perde. Politica, per me, è metterci la faccia. Comunque vada. E se si vuole essere politici con la P maiuscola bisogna mettercela sempre, possibilmente prima che succedano le cose (belle o brutte che siano), perché se lo si fa dopo o se non lo si fa proprio, si è solo politicanti, non politici.

Non mi esalto per le vittorie plebiscitarie e non mi auto-incenso per quelle realtà in cui abbiamo incoraggiato il ripristino della democrazia, così come non mi deprimo per i risultati negativi. E anzi preferisco concentrarmi più sui “negativi”, per far comprendere come in realtà di negativo ci sia ben poco.

Ci sono dei Comuni dove la sconfitta era quasi scontata. Chi fa politica da 20 anni lo percepisce. Eppure ci sono andato, ci siamo andati, consapevolmente, anche solo per un comizio, un saluto, una parola di sostegno. Intanto perché con i consiglieri regionali, con i gruppi consiliari metropolitani e comunali, con vecchi e nuovi sindaci, siamo una Squadra. E poi perché credo che i sogni vadano alimentati, soprattutto quelli dei giovani, oggi più che mai troppo lontani dalla politica e dall’amministrazione della cosa pubblica.

E allora vi chiedo, con quale scusa mi sarei dovuto sottrarre alle chiamate di quei giovani che ancora credono nella politica e che magari hanno presentato una proposta costruendo una lista?! C’è chi avrebbe risposto che “un parlamentare, un dirigente nazionale, si espone solo laddove ha la certezza di vincere”… ho ricevuto questa risposta un paio di volte quando ero alle prime esperienze con la politica. E da quelle esperienze ho imparato a non essere come altri. Perché un dirigente di partito si deve porre sempre come riferimento, come indirizzo, soprattutto quando si perde.

Non si rinuncia mai alle battaglie per sostenere persone perbene, amici, ideali o Partito. Lo penso, lo dico e lo faccio. L’ho fatto anche alle ultime comunali di Reggio Calabria, sebbene il candidato non fosse mia espressione e nemmeno il meglio che la Coalizione potesse esprimere…eppure sono stato al suo fianco, battendomi e mettendoci la faccia, per il bene del Centro Destra.

Adesso come allora sono stato accanto anche a chi non ho scelto e accanto a chi sapevo non ce l’avrebbe fatta, mettendoci faccia, simbolo e bandiere. Mentre altri, vedi il PD, hanno deciso di non presentare neppure una lista in tutta la Provincia, per paura di uscirne sconfitti; salvo poi tentare di salire sul carro dei vincitori a risultato acquisito. Non è questa la politica che mi appartiene. Chiamasi opportunismo.

Io invece mi tengo stretto un altro risultato: il patrimonio umano acquisito, iniziando così a costruire nuova classe dirigente che contribuirà ad alimentare non solo le fila di Forza Italia e del CentroDestra, ma in generale della politica, della res pubblica, da cui invece il modus operandi di altri fa allontanare. Capirete nei tempi a venire a cosa mi riferisco. Vittorie e sconfitte passano, le persone restano, vincitori e vinti, conferme e new entry.

Motivo per cui oggi come ieri o come un mese fa, ribadisco la vicinanza a tutti i candidati espressione della mia Coalizione. Risceglierei di stare al loro fianco e rifarei tutto quello che ho fatto (tanto o poco) per ciascuno di loro. Sia che abbiano vinto sia che abbiano perso. E sapete perché? Perché dietro ogni candidato c’è una persona; dietro quella persona c’è una famiglia, anzi più famiglie; quindi una Comunità, una Città; storie diverse, necessità diverse, richieste diverse, emozioni diverse. Perché la politica è fatta anche di emozioni, non di freddi calcoli come si può immaginare.

E se mi sono esposto, per Marco Santoro come per Domenico Romeo, per Nino Scopelliti come per Michele Spadaro, per Mario Romeo come per Vincenzo Loiero, per Giuseppe Floccari come per Giovanni Barone, o Giovanni Verduci o Franco Cagliuso, non è stato perché pensavo vincessero tutti; semmai perché ciascuno di loro, ognuno con peculiarità, progetti e convinzioni differenti, mi ha chiesto consiglio, supporto, mi ha coinvolto, anzi mi ha saputo coinvolgere.

Io la politica l’ho sempre intesa e continuerò a intenderla come Territorio, come Strada, come Piazza. Se non lo facessi verrei meno a me stesso, a quello che sono, alla promessa che feci a mio nonno 20 anni fa quando iniziai a fare politica partendo dal mio Paese natio. È facile fare il parlamentare da dietro una poltrona, da dentro il Palazzo, magari sempre a Roma, lontano dai problemi quotidiani, dalle proteste, dalle polemiche di quartiere e dalle critiche del vicino di casa. Lo lascio fare agli altri. A chi non vive il territorio, a chi non va per strada ad incontrare la gente, a chi non conosce il sapore di fare un comizio in piazza attorniato dalla gente, faccia a faccia, a chi non sa quanto è bello sentirsi stringere forte la mano da un estraneo che hai involontariamente aiutato con qualche emendamento o misura politica adottata.

Vicinanza, rispetto e stima incondizionati, verso tutti gli uomini e le donne che ho supportato a questa tornata di elezioni amministrative, li provo adesso più che nei momenti precedenti al voto, tanto per chi ha vinto quanto per chi ha perso. Perché la mia linea politica non la detta il numero di elettori che riescono a conquistare i “miei” candidati. La mia linea politica la detta l’amore che provo per la mia gente e per la mia terra.

Avanti, senza mai fermarci, in nome di Reggio e della Calabria“.