ASP Reggio Calabria - I sindacati: "Questa non è la sanità di cui cittadini e lavoratori hanno bisogno"

Da più dieci anni, precisamente dall'accorpamento delle Aziende Sanitarie di Reggio Calabria, Palmi e Locri, la provincia si trova in un grande stato confusionale

Il Dirigente Nazionale della FSI USAE Pasquale Calandruccio e il Segretario Territoriale Reggio Calabria Ovest, denunciano la situazione fallimentare ed emergenziale in cui versa la Sanità calabrese ed in particolar modo l’ASP di Reggio Calabria che, come è noto, è stata commissariata e ancor prima allo scioglimento.

Da più dieci anni, precisamente da quando l’esecutivo regionale del tempo procedeva all’accorpamento delle Aziende Sanitarie di Reggio Calabria, Palmi e Locri la provincia si trova in un grande guazzabuglio.

L’ASP di Reggio Calabria, infatti, ha prodotto e continua a produrre danni e confusione nei confronti dei lavoratori che che dal 2013 ad oggi non hanno ricevuto l’indennità di produttività, mentre dal 2016 non percepiscono buoni pasto.

I cittadini si trovano in una situazione in cui non sono in grado di usufruire neanche dei servizi più elementari e sono costretti ad emigrare al nord. Questo spostamento crea un debito di trecento milioni l’anno per tutte le prestazioni effettuate fuori regione. Compensi che spetterebbero alla nostra provincia ed a tutto il territorio calabrese.

Occorre dunque dire basta alla migrazione sanitaria e impegnarsi affinchè questo flusso di denaro venga investito per creare strutture di eccellenza in Calabria.

La disastrosa situazione patrimoniale e finanziaria caratterizzata dall’assenza di bilanci economico – preventivo e bilanci consuntivi ripetutamente bocciati dalla Regione Calabria e nulla si è fatto su sprechi e clientele che a nostro avviso sono il vero cancro che ha aggredito il nostro sistema sanitario in una realtà difficile e complicata come la nostra.

Ad oggi la politica sia nazionale, che locale è sorda al grido esasperato dei lavoratori e dei cittadini di richiamarli al proprio dovere per intervenire e tutelare i diritti.

L’organizzazione sindacale afferma che questa non è la sanità che i calabresi vogliono, ne per i lavoratori ne per i cittadini.